William O'Neil

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«La storia sui mercati finanziari si ripete».
(William J. O’Neil)


La fama di William O’Neil fu la conseguenza di aver portato un capitale da 5.000 a 200.000 dollari in soli 12 mesi grazie all’accumulo di posizioni su tre titoli. Da allora la sua fama è solo cresciuta. Nato nell’Oklahoma durante gli anni della Grande Depressione, da famiglia poverissima, O’Neil è riuscito, attraverso un impegno costante ed una sfrenata ambizione e sicurezza in sè stesso, ad accumulare una ricchezza enorme nei panni di investitore e uomo d’affari.

«Iniziai ad occuparmi di borsa nel 1956 con un approccio tipico di molti investitori: poca competenza e molta fiducia (sbagliata) di far bene senza tanti sforzi. Quando mi resi conto che qualcosa non andava nel mio approccio al mercato, iniziai uno studio sui migliori investitori del tempo scoprendo che tutte le posizioni erano state aperte solamente ed esclusivamente dopo che i prezzi raggiungevano un nuovo massimo assoluto o relativo. E dico tutte! Ciò ribaltava la classica teoria dell’acquistare quando i prezzi sono bassi e fu la prima importante lezione che incorporai nella mia strategia di investimento. In seguito sviluppai un vero e proprio modello gestionale, costituito sulle osservazioni sul reale andamento della Borsa e non su quello percepito».

Il modello di O’Neil, uno schema di riferimento per molti trader, è basato su 7 variabili:

1) Profitti correnti.Solo le aziende con gli ultimi profitti in crescita rispetto al periodo precedente sono validi. Viceversa non esistono ragioni reali perché essi debbano salire.

2) Profitti annuali. I profitti per azione (Eps) dovrebbero essere crescenti da un certo numero di anni. In ogni caso, sono sempre migliori i titoli con un maggior tasso di crescita rispetto a quelli con crescita nulla o poco significativa.

3) Novità. I migliori titoli sono spesso quelli che presentano qualche novità a livello di prodotto, azionariato, industria o altro.

4) Leaders. Spesso l’acquisto migliore si ha quando il titolo è già in testa alla classifica per performance rispetto agli altri o è comunque fra quelli che maggiormente sono cresciuti nell’ultimo periodo.

5) Flottante/capitalizzazione. I migliori titoli non sono quelli a maggior capitalizzazione. Le compagnie ad alto tasso di sviluppo sono spesso quelle di dimensioni medie o piccole.

6) Investitori istituzionali. Il fatto che fondi d’investimento, banche e finanziarie abbiano grosse posizioni su un titolo può essere uno svantaggio in caso di una notizia negativa (forti vendite immediate). È bene acquistare titoli detenuti in una certa misura dagli investitori istituzionali, ma senza che la loro presenza sia massiccia.

7) Tendenza generale del mercato. Tre titoli su quattro vanno nella stessa direzione del mercato. È opportuno scegliere quei titoli che seguono la tendenza del mercato.

Meno del 2% dei titoli dell’intero mercato rispetta tutte le variabili del modello, il che comprova la validità dello stesso.

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