Elliott Oscillator
Secondo Tom Joseph, sviluppatore dell'applicativo di analisi tecnica Advanced GET (acronimo di Gann&Elliott Trader), circa il 65% dell'analisi delle onde di Elliott è fatto di complesse regole, che a loro volta prevedono diverse variabili. Inoltre, il 35% delle regole chiare contribuiscono all'80% dei profitti che possono essere raggiunti usando le onde di Elliott. Partendo da questa premessa, Joseph ha sviluppato una serie di algoritmi atti a semplificare e automatizzare il conteggio delle onde; uno di questi è appunto l’Elliott Oscillator, che poi altro non è che una semplice differenza fra la media mobile a 5 e la media mobile a 35 periodi dei prezzi. Ma facciamo un passo indietro.
Tutti sanno come si sviluppa un ciclo completo - per esempio, al rialzo - nell'ambito della teoria di Ralph Nelson Elliott: un primo movimento al rialzo, gracile, debole, a cui partecipa solo una piccola percentuale dei trader, quelli che vogliono trarre vantaggio dal profondo ipervenduto in cui il mercato si trova. Ma ben presto i prezzi ora più elevati convincono gli smart trader a prendere profitto, e altrettanto fanno coloro che non avevano venduto nel ribasso precedente il selling climax. Si ha così la Seconda Onda, che infatti fallisce nell'andare al di sotto del minimo assoluto - prima condizione per l'uptrend - e che ben presto lascia posto ad un nuovo rally.
L’Elliott Oscillator può essere costruito agevolmente grazie al Price Oscillator che calcola la differenza tra due medie mobili. In questo caso è sufficiente inserire i parametri 5 e 35.
Nel grafico che segue vediamo raffigurate le cinque ondate rialziste (e, limitatamente alla prima onda, le cinque onde di grado inferiore): si noti la divergenza sull'Elliott Oscillator fra la terza e la quinta onda, così come la convergenza fra prima e terza onda e come l'Oscillatore ritorni allo zero in occasione della quarta onda.
In questo momento intervengono nuovamente i ribassisti, che non credono ad un nuovo uptrend, e che intraprendono/aggiungono posizioni allo scoperto: affinchè le loro analisi siano corrette, non si dovrebbe realizzare un nuovo massimo, e pertanto molti di loro piazzano gli stop al di sopra della Prima Onda. Ma la ripresa dei corsi si rivela fondata, e i prezzi iniziano a strappare verso l'alto, spesso lasciando dei gap.
Siamo ormai nella Terza Onda, usualmente la più lunga, nonchè quella che registra la più ampia partecipazione di trader. Ad un certo punto incomincia un ordinato e composto profit-taking, che riporta i prezzi al di sopra del massimo registrato con la Prima Onda.
La Quarta Onda lascia successivamente il posto alla Quinta Onda, che però registra una minore partecipazione, e che infatti registra un impeto inferiore all'ultima onda impulsiva. Il rally in cinque onde ben presto lascia il posto alla fase correttiva, dalla nota conformazione A-B-C. Tutto ciò è brillantemente registrato dall'Elliott Oscillator.
Partendo da una situazione di divergenza (A), si sviluppa un primo rally, che apparentemente si prefigge il solo scopo di tirare i prezzi fuori dall'ipervenduto. Il rally permette all'Elliott Oscillator di avvicinarsi alla linea dello zero e di stazionarvi intorno fintantochè si completa la Seconda Onda: il nuovo rally dei prezzi (Terza Onda) è registrato dall'oscillatore, che infatti fa anch’esso un nuovo massimo.
A questo punto è necessario prestare attenzione all'Oscillatore, se la Quarta Onda è tale, l'Elliott Oscillator deve ritracciare almeno il 90% della distanza fra il massimo e la linea dello zero; ovvero, deve ritornare alla linea dello zero, o anche poco al di sotto. A questo punto entrano sul mercato coloro che non avevano partecipato al precedente rally, e così il mercato registra un nuovo massimo, non imitato però dall'Elliott Oscillator, che infatti fa registrare una bearish divergence: una volta che la Quinta Onda si è completata, il mercato è pronto per una fase di correzione, che si svilupperà secondo le tre onde A-B-C.
Ovviamente le stesse considerazioni, ribaltate, valgono in caso di downtrend.