Trading system o trading discrezionale?
Introduzione a cura di Stefano Fanton.
L’argomento che sto per trattare è meno banale di quello che sembra. Trading system o trading discrezionale? La domanda sembra semplice e, proprio quando questo avviene, la risposta apparente è altrettanto banale: dipende da quello che si vuole dal trading.
L’arte consente all’eccellenza di emergere, il trading system permette alla disciplina di comandare. Ma è proprio così semplice la risposta? Dipende solo dalla nostra indole?
Non credo sia così, ci sono molti altri aspetti da indagare e, al solito, dietro a una domanda apparentemente banale si nascondono risvolti inaspettati, ma andiamo per ordine, questa riflessione è nata da un post nel gruppo di discussione sul trading di Traderpedia, (https://www.facebook.com/groups/traderpedia/) un post che vi riporto integralmente:
Perché mi piace lavorare con i trading systems
Di Enrico Stucchi.
Amici Traderpediani, stimolato da uno scambio di opinioni in un post della nostra blogger più attiva, mi sono venute alla mente alcune considerazioni sul perché mi piace lavorare con i trading system e volevo sottoporle alla vostra attenzione serale, sperando che l’argomento possa suscitare il vostro interesse. Premesso che nella mia operatività prendono parte sia i sistemi automatici, sia il trading discrezionale, la mia preferenza va di sicuro ai primi, verso i quali rivolgo in prevalenza la mia attenzione, la mia ricerca costante di apprendimento e anche la parte più ragguardevole del mio capitale di trading, allocato in un portafoglio di TS multistrategy, multimarket, multitimeframe. Diciamo che faccio il discrezionale principalmente per divertimento e per studiare nuove tecniche da automatizzare.
A questo punto potrebbe sorgere una diatriba infinita sulla questione se sia più bravo un trader discrezionale o un trader algoritmico (per “più bravo” intendo chi dei due guadagna di più, con regolarità, nel lungo periodo). Credo che sulla questione ci potremmo scannare con opinioni divergenti e vorrei evitare che questi spunti finiscano a tarallucci e vino. Sui vantaggi e svantaggi del trading algoritmico c’è una bella pagina su Traderpedia, che riassume perfettamente i pro e i contro e a quella vi rimando per gli approfondimenti.
http://www.traderpedia.it/wiki/index.php/Trading_system
Senza avere la pretesa di generalizzare come verità assoluta le mie opinioni, volevo raccontarvi il perché, per me stesso, preferisco il trading algoritmico al discrezionale.
Essendo orami un certo numero di anni che faccio questo mestiere, mi posso definire un trader abbastanza “disciplinato”, che, anche nel discrezionale, entra nei trade seguendo un metodo, che ha sempre un piano per uscire se le cose vanno dalla parte “sbagliata”, con sistema di money management rigoroso e che, con fatica e tanti errori, ha messo da parte quasi tutti i limiti psicologici che ben conoscete. Tuttavia, quando sono davanti al monitor, mi annoio e prima o poi faccio l’errore di entrare in un trade in un modo non perfettamente in linea con il mio piano. E’ la famosa sindrome da overtrading. Chi non ne soffre scagli la prima pietra. IL TS invece è psicologicamente distaccato, è disciplinato (non entra a caso sul primo spike che vede, non reagisce alle notizie di mercato, non legge le opinioni dei guru ed è capace di rimanere sveglio e lucido H24, per 5 giorni alla settimana.
Quando ci sono le “giuste condizioni”, il TS non ha paura di entrare e rimane fedele al suo piano, gestendo il trade in corso ed uscendo nel momento che, statisticamente, nel passato, ha massimizzato i profitti. Il TS non è avido, non vuole necessariamente comprare sui minimi e vendere sui massimi, e non se la fa sotto al primo ritracciamento. Ovviamente bisogna fidarsi di un TS e non intervenire manualmente per chiudere le posizioni altrimenti si ritorna ad essere discrezionali.
Sempre che non intervenga prima l’uomo apportando modifiche spesso inutili e dannose, Il TS non cambia il proprio metodo dopo qualche operazione in loss consecutiva, il discrezionale invece tende ad abbandonare o a modificare la propria tecnica, anche quando questa era magari statisticamente profittevole.
Il TS è capace di fare cose che per il discrezionale sono più innaturali. Ad esempio è capace di ricercare profitti piccoli e molto frequenti (che siano però statisticamente profittevoli nel complesso, al netto di costi e perdite), mentre la natura del discrezionale lo porta a cercare, preferibilmente, operazioni con un ratio reward/risk >1.
Il TS permette di testare strategie nel passato per selezionare quelle più profittevoli. Fare la stessa cosa in discrezionale richiederebbe settimane, mesi se non addirittura anni di lavoro di paper trading (a meno di non utilizzare un sistema di fast replay del mercato).
Il trader discrezionale è inoltre spesso vittima di quelle che io chiamo “le illusioni ottiche nel trading” (mi piacerebbe scrivere un articolo in merito), ovvero tende a individuare sul grafico delle possibili opportunità o tecniche, vedendo bene i guadagni che queste tecniche possono portare, ma trascurando, perché meno evidenti, i casi in cui la tecnica genera perdite. Un esempio è il classico incrocio delle medie mobili, che funziona benissimo nei periodi di trend, ma genera grosse perdite nei trading range. La potenzialità di guadagno si vede benissimo sul grafico, mentre il cumulo delle operazioni in perdita è meno evidente, ma è rilevante.
Ovviamente ci sono anche un sacco di punti a sfavore dell’uso dei TS, come ad esempio l’overfitting, cioè la capacità in backtest di adattare perfettamente i parametri di ingresso e uscita ai dati storici, generando equity line perfette, ma non riproducibili in futuro.
Ci sono anche tanti punti a favore del trading discrezionale, il primo dei quali è certamente l’intuito e l’intelligenza umana, la capacità di calarsi nella realtà e di sapere leggere meglio le fasi dei mercati, adattando ad esse la propria operatività. Un TS trend follower, ad esempio, in una fase di congestione, se dispone di opportuni filtri, si astiene dal tradare, ma non si adatta a questa nuova situazione, che invece ha rilevanti potenzialità di profitto. Il trader discrezionale inoltre è capace di spostarsi con elasticità mentale da uno strumento all’altro. Sono sicuro che i trader discrezionali sapranno evidenziare tanti altri vantaggi a loro favore.
Vorrei concludere però con un ultimo e fondamentale grande pregio che personalmente ascrivo ai TS: SVILUPPARE E TESTARE DECINE E DECINE DI QUESTI MI HA PERMESSO DI IMPARARE COSE CHE MI HANNO RESO UN MIGLIORE TRADER DISCREZIONALE.
A cura di Stefano Fanton.
Un ben post che fa emergere una considerazione quasi paradossale: sviluppare trading system aiuta a migliorare il trading discrezionale.
D'altronde, se ci riflettete un attimo, i trading system e il loro articolato mondo, non sono altro che scogli sulla via di Itaca. Altri scogli, più lontani rispetto al punto di partenza di Ulisse, presenti quasi alla fine del suo lungo viaggio ma ugualmente insidiosi. In particolare per chi non si è reso sordo ai suadenti canti delle sirene.
La storia si ripete, anche nel percorso che un aspirante trader percorre. Dopo aver scoperto prezzi che salgono e scendono, grafici, pattern, Fibonacci, oscillatori e indicatori arriva ai trading system. Conosce tutto ma non ha compreso nulla. E ne è beatamente inconsapevole.
Sperimenta, ricerca il sacro Graal del Trading automatico, la giusta combinazione di oscillatori, di indicatori o di medie mobili. Non ha compreso che sta ancora una volta ascoltando suadenti canti che, nel migliore dei casi, gli costeranno il rimante capitale psicologico e molto tempo.
Alcuni marinai, magari solo a causa di un udito più debole degli altri, supereranno anche questi scogli e giungeranno finalmente a Itaca. Dove, inaspettatamente, scopriranno nuovamente i prezzi che salgono e i prezzi che scendono. Non come in un percorso a forma di cerchio, ma di spirale, ancora nel punto di partenza ma più in alto, con la consapevolezza di non sapere dove andranno i prezzi e, dopotutto, di non aver bisogno di saperlo.
Questa è la magia del money management, questo è, in ultima analisi, il pilastro del trading duraturo. Vedere con le orecchie e ascoltare con gli occhi. Abbastanza Zen da scatenare una riflessione su chi è arrivato al momento giusto per poterla fare, abbastanza Zen da essere considerato inutile da chi ancora ascolta le sirene.
Contributi in Traderpedia
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Curiosità:
- Si deve a Enrico Stucchi, il 6 febbraio 2014, il primo utilizzo della parola Traderpediani :)
- Questo articolo è stato estratto dal gruppo di discussione sul trading Traderpedia.