Il comportamento del gregge

Da traderpedia.
Versione del 8 feb 2012 alle 21:59 di imported>Stefano Fanton
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Ogni individuo ha delle proprie opinioni in merito a qualsiasi argomento. L’opinione altro non è che l’idea che una persona ha in merito a qualcosa e l’origine dell’opinione spesso è mutuata inconsapevolmente dall’ambiente sociale che circonda l’individuo: difficilmente la formazione di un’opinione è completamente originale. Il riconoscimento e il rispetto dell’opinione altrui hanno iniziato a prendere forma durante l’illuminismo e non a caso proprio a quel periodo risale l’universalmente nota citazione:


«Posso non condividere la tua opinione, ma sono disposto a dare la mia vita affinché tu possa esprimerla».


L’opinione tende a consolidarsi nel tempo e maggiore è il tempo intercorso dalla sua formazione, maggiori saranno le resistenze al cambiamento.

L’effetto primario delle opinioni si esplica nel comportamento, il filosofo Ralph Waldo Emerson identifica il comportamento spontaneo con l’anima della persona: il comportamento e i modi di fare come rivelazione di chi si è realmente. Se il comportamento non è spontaneo ma viene indotto da opinioni esterne, si entra a far parte di un gruppo. Quando un gruppo di individui reagisce coerentemente, senza che vi sia alcun coordinamento tra i singoli individui, siamo infine in presenza di un gregge che, se agisce contemporaneamente e nello stesso modo, dà origine al comportamento del gregge. Un termine spesso usato per descrivere alcuni tipi di fenomeni umani quali le bolle speculative e le follie collettive.

Nel mondo del trading si parla di parco buoi per indicare gli investitori sprovveduti che riescono a comperare sui massimi e a vendere sui minimi dei movimenti. In questo caso tra la pecora e il bue vi è una stretta similitudine. I comportamenti del gregge spesso scaturiscono in follie e, nei casi più gravi, in isterie collettive che fanno scomparire la personalità individuale e la corretta capacità di valutazione di eventi e rischi ad essi connessi. Gli esempi di isterie collettive includono le bolle speculative e i crolli di valore.

Grazie alla retorica è possibile guidare la formazione di un’opinione, suggestionando e facendo giungere a una conoscenza o a un convincimento. È, in altre parole, l’arte di persuadere. Nella Roma antica la retorica fu molto utilizzata: le famose orazioni di Cicerone sono un chiaro esempio di come la retorica possa smuovere le opinioni più della spada. La storia è maestra di vita e l’importanza della capacità persuasiva è ben nota a chi deve manipolare grandi folle influenzando opinioni e comportamenti. Non a caso la propaganda è sempre funzionale allo scopo che si intende raggiungere. In tutti i campi.

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Durante la seconda guerra mondiale si è largamente fatto uso della propaganda come mezzo di manipolazione e di creazione delle opinioni. Joseph Goebbels, messo a capo da Adolf Hitler nel 1933 del Ministero per la Chiarezza Pubblica e la Propaganda, era convinto, a ragione, che la propaganda fosse un importantissimo strumento di manipolazione delle folle anche quando diffondeva notizie completamente false. Lo scopo era di inculcare alle masse convinzioni, idee, opinioni e codici di comportamento contando sull’effetto gregge che si sarebbe innescato. I reiterati appelli alla vittoria inevitabile persuadevano gli ascoltatori a unirsi alla massa anche per il naturale desiderio di ritrovarsi dalla parte dei vincitori. Contemporaneamente, con l’aumentare del consenso chi è già all’interno del movimento generale d’opinione si sente costantemente rassicurato dai nuovi ingressi nelle file del gregge.

Allo stesso modo gli Americani utilizzarono la propaganda per veicolare il messaggio che la guerra era in difesa della libertà, creando una stretta similitudine tra la guerra di indipendenza del 1778 e la seconda guerra mondiale. Si crearono, per mezzo di metafore, slogan e frasi a forte impatto emotivo aspettative che divennero imperativi.

Vittoria o morte!

La propaganda è un fenomeno relativamente nuovo poiché ha bisogno di mezzi di comunicazione efficienti ed efficaci che favoriscano la rapida diffusione delle informazioni. Non a caso, per esempio, in caso di colpi di stato o di guerre lampo la prima azione armata è sempre diretta all’interruzione delle linee di comunicazione del nemico.

Tuttavia, una scarsa presenza di mass media non ferma ma rende solo più lenta la propaganda che, se ben congeniata, si espande in modo esponenziale nella società come un virus capace di moltiplicarsi inesorabilmente. E quando la propaganda ha attecchito e si è sufficientemente diffusa, anche le notizie maggiormente in contrasto con il comune sentire vengono ignorate, almeno fino a quando gli effetti non possono essere più trascurati. È allora che si assiste a crolli emotivi che, nel caso degli strumenti finanziari, generano violente esplosioni di bolle speculative ignorate dalla maggior parte degli investitori sprovveduti fino all’ultimo momento.

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