Bestialità
(Proverbio Zen)
Incipit
“Il signor Jones, della Fattoria Padronale, serrò a chiave il pollaio per la notte, ma, ubriaco com'era, scordò di chiudere le finestrelle. Nel cerchio di luce della sua lanterna che danzava da una parte all'altra attraversò barcollando il cortile, diede un calcio alla porta retrostante la casa, da un bariletto nel retrocucina spillò un ultimo bicchiere di birra, poi si avviò su, verso il letto, dove la signora Jones già stava russando.
Non appena la luce nella stanza da letto si spense, tutta la fattoria fu un brusio, un'agitazione, uno sbatter d'ali. Durante il giorno era corsa voce che il Vecchio Maggiore, il verro Biancocostato premiato a tutte le esposizioni, aveva fatto la notte precedente un sogno strano che desiderava riferire a tutti gli animali. Era stato convenuto che si sarebbero riuniti nel grande granaio, non appena il signor Jones se ne fosse andato sicuramente a dormire.
Il Vecchio Maggiore (così era chiamato, benché fosse stato esposto con il nome di Orgoglio di Willingdon) godeva di così alta considerazione nella fattoria che ognuno era pronto a perdere un'ora di sonno per sentire quello che egli aveva da dire.” (George Orwell, La Fattoria degli animali)
Animali nel trading
Credo che quasi tutti abbiano letto “la Fattoria degli animali” di George Orwell, un piacevole romanzo che racconta le vicissitudini di una rivolta da parte degli animali, stanchi di essere sfruttati dall’uomo. Il padrone della fattoria viene cacciato, gli animali organizzano il loro lavoro seguendo il principio marxista«da ognuno secondo le proprie capacità, a ognuno secondo i propri bisogni» ma velocemente le cose tornano come prima perché i maiali, ideatori della rivoluzione, si impossessano del potere diventando essi stessi come il vecchio fattore.
Questo libro però non è una favoletta con una semplice morale, ma è pura satira verso gli ideali della Rivoluzione Russa e venne pubblicato nel 1945, dopo la fine della seconda guerra mondiale.
Uno dei principi dei maiali, dopo la presa del potere, affermava: “Tutti gli animali sono eguali, ma alcuni animali sono più eguali degli altri.” Cosa ha a che fare questo con il trading? Beh, non crederete mica di combattere per la vostra “rivoluzione economica personale” ad armi pari vero?
Nel trading ci sono molti animali che recitano il loro ruolo, i più noti sono:
• Il toro
Simbolo del rialzo delle quotazioni.
• L’orso
Simbolo del ribasso delle quotazioni.
Questi due animali sono il fondamento della “fattoria del trading” senza di loro i movimenti non avrebbero un nome evocativo, volete mettere “Bear Market” in confronto di “down trend”? Non c’è paragone! Meno noti, ma altrettanto meritevoli di attenzione, sono:
• Il bue (il parco buoi)
Il parco buoi è numeroso, con poca o nulla memoria storica, proprio come un animale destinato al macello vive inconsapevolmente la propria esistenza operativa, un destino segnato in partenza e un altro animale subito pronto a prenderne il posto.
• La pecora
Il tipico investitore che guadagna quel tanto che basta a farlo rimanere nel mercato ma che, inevitabilmente, prima o poi viene tosato. Più volte.
• Lo squalo
Il predatore per eccellenza, quando punta la sua preda difficilmente c’è salvezza. L’esempio di squalo nei mercati finanziari è Gordon Gekko, un personaggio di fantasia interpretato da Michael Douglas nei film Wall Street e Wall Street: il denaro non dorme mai. Imperdibili le parole di Gekko sull’avidità: “L'avidità, non trovo una parola migliore, è valida, l'avidità è giusta, l'avidità funziona, l'avidità chiarifica, penetra e cattura l'essenza dello spirito evolutivo. L'avidità in tutte le sue forme: l'avidità di vita, di amore, di sapere, di denaro, ha improntato lo slancio in avanti di tutta l'umanità.” Greed is good, questo è il motto dello squalo!
• Il cigno nero
Un animale maestoso, aggraziato, inatteso e letale. Rappresenta l’evento imprevisto e, proprio per questo, in ogni strategia di trading non si può inserire il suo effetto sui prezzi. Altrimenti che evento imprevisto sarebbe?
• Il gatto morto (che rimbalza)
Una prece prima di iniziare, qui disquisiamo di un animale morto. Ma che rimbalza, attirando i trader nel rialzo destinato a non proseguire. L’abilità del trader sta tutta nell’accorgersi se il gatto è proprio morto o se ha utilizzato solo una delle sue proverbiali 7 vite.
• Il dragone
Il volo del dragone. Ogni analista candlestick lo conosce, è noto anche come Dragonfly doji, la controparte del Gravestone Doji, la pietra tombale del rialzo.
Anche Traderpedia, l’enciclopedia del trader, ha come logo un animale, la fenice. Questo animale mitologico risorge dalle proprie ceneri, proprio come un trader che abbandona, grazie alla conoscenza, le vecchie credenze e ne acquisisce di nuove. Nuove conoscenze che l’evoluzione del mercato potrebbe richiedere come tributo per una ulteriore evoluzione, in un processo senza fine.
Ovviamente questi non sono tutti gli animali che la fattoria del trading accoglie, ve ne sono molti altri e il più diffuso, lo presenterò per ultimo.
Nel trading, fino a quando i predatori stanno alle regole, le ignare pecorelle non sanno quello che rischiano. Una moltitudine di investitori sprovveduti diviene il terreno ideale di caccia “finanziaria”.
Il circo del trading
Nella migliore delle situazioni l’aspirante trader viene semplicemente tosato, ma altre volte diviene la portata principale di un banchetto. Quello che accomuna pecore e buoi è la tragica inconsapevolezza del loro destino finanziario. Come oche ammaestrate di un circo i novelli aspiranti trader acquisiscono qualche tecnica di “previsione del futuro” e iniziano lo spettacolo. Non da spettatori ma da attori.
Qui si vince, si vince sempre perché la perdita, semplicemente, non è contemplata.
Questo bellissimo manifesto di uno show circense potrebbe ben illustrare, sotto forma di metafora, il circo del trading, uno spettacolo che ha il solo scopo di magnificare ciò che magnifico non è. Purtroppo i manifesti dei venditori di sogni sono diversamente realizzati e ci si accorge dei reali fini dello spettacolo solo quando è troppo tardi.
Quanti ignari spettatori ha servito il “circo del trading”, e quante storie si potrebbero raccontare senza il minimo timore di annoiare chi le legge. D’altra parte anche nel trading speculativo i mercanti di sogni rispondono perfettamente alla domanda del loro spettatore: acquistare un sogno.
Chi si avvicina per la prima volta al mondo del trading speculativo sembra catapultato in un’altra dimensione, in un gigantesco mondo dei balocchi dove basta aprire un conto di trading per moltiplicare il denaro versato. Velocemente e con poco rischio. Il denaro faticosamente guadagnato (non per tutti però) si trasforma all’istante in un numero che fa una tronfia presenza nel conto di trading. Va moltiplicato e quindi si compera e si vende fino a quando il saldo del conto ha quasi vergogna di mostrarsi.
Quando il novello trader perde lo fa in silenzio, da solo, quando guadagna condivide con la propria famiglia, con gli amici o con i fruitori di qualche forum i propri successi.
È schiavo del proprio Ego, delle proprie aspettative tradite. È schiavo del denaro che crea robuste catene per imprigionare proprio chi non lo possiede.
Possedere, non essere posseduti.
Apprendere il trading
Il trading non si apprende leggendo un libro, frequentando un corso o speculando in borsa, il trading lo si intravede prendendo dai libri, dai corsi e dall’esperienza ciò che possono dare. La conoscenza acquisita permette di sostenere il vero esame che ogni speculatore deve superare, quello che lo vede contrapposto al proprio carattere e alla propria condizione finanziaria.
Non mi stuferò mai di stimolare la riflessione sul fatto che il trading è una questione di stomaco e non di cervello. E, purtroppo, ognuno si deve tenere lo stomaco che possiede.
Buona riflessione, i moderni circensi del trading facile utilizzano così tante parole per convincervi del contrario che ritengo superfluo aggiungere altro. Semplicemente ascoltateli con la mente libera e ponetevi la giusta domanda.
Difficile rispondere vero?
Per molti trader la bestia è il mercato e la bestia nera, la peggiore di tutti, è l’euro/dollaro. O è forse la leva che si una nel forex la vera bestia nera?
L'apprendimento passa anche per la riflessione.
L'animale più diffuso
A marzo 2013 è stata lanciata una campagna pubblicitaria denominata “Manimals” di Freccia Ambrosini Volpi per IG. La pubblicità dei CFD vedeva per protagonista un uomo volpe, un uomo leone, un uomo cobra, un uomo ghepardo, un uomo alligatore, un uomo orso polare, un uomo gufo e un uomo aquila. In questa campagna pubblicitaria veniva messo in primo piano l'istinto, il fiuto, l'indole a predare. Semplicemente spettacolare!
Una sola piccola nota, gli autori di questa campagna pubblicitaria hanno dimenticato, forse volutamente, l'animale più diffuso nel circo del trading.
E' questo:
quando a dir la loro ci sono tanti asini in giro."
(William Shakespeare)