Random Walk
«La ragione principale per cui la gente perde denaro nei mercati finanziari è che non riduce le perdite. Bizzarrie della natura umana: per quanto numerosi siano i libri che riportano questa regola, e gli esperti che offrono questo consiglio, la gente continua a commettere lo stesso errore.» (Victor Sperandeo)
È importante accennare la teoria del Random Walk (cammino casuale), che rappresenta la critica più importante alla validità dei pricipi dell'analisi tecnica.
Secondo questa teoria i risultati eccezionali di alcuni operativi sarebbero puramente casuali, motivati non tanto dalle loro capacità e dal loro talento, ma dalla legge probabilistica, secondo cui in una popolazione di un milione di operatori ve ne sarà almeno uno che riesca a indovinare un cospicuo numero di operazioni di seguito.
I sostenitori di tale teoria affermano che le variazioni dei prezzi non possono essere fatte risalire a nessuna correlazione sequenziale, ma al contrario sono da considerarsi casuali. Pertanto, secondo la teoria, l'andamento passato del prezzo non può costituire un indicatore affidabile per prevedere la direzione delle oscillazioni nel futuro.
Tale teoria fonda i suoi presupposti sull'ipotesi dell'efficienza dei mercati, che presuppone una elevata trasparenza delle notizie finanziare riguardanti le aziende, che diventano cosi accessibili alla maggior parte degli investitori. Secondo questa ipotesi dunque il prezzo attuale di un'azienda rappresenta una buona stima del suo valore intrinseco e, eventuali differenze tra questi due parametri sono da addebitare esclusivamente a fatti e notizie riguardanti il titolo stesso.
Poiché tali fattori si alternano in modo irregolare, ne consegue che anche i prezzi descrivono una successione di dati del tutto irregolari e indipendenti l'uno dall'altro. In ultima istanza, la teoria del Random Walk nega l'esistenza della tendenza, e giudica inaffidabile qualsiasi previsione fondata sui modelli statistico-matematici o sull'osservazione dei grafici.
È nota poi la metafora che paragona il gestore ad un babbuino che sceglie casualmente il titolo da comprare, così come quella che accomuna i risultati di tanti sforzi profusi nell'analisi e nella ricerca di informazioni al lancio di una monetina.
Pratica e esperienza
Il problema non appare di facile soluzione. Tuttavia, questo è forse uno di quei casi in cui la pratica e l'esperienza funzionano meglio di qualunque dissertazione teorica. In tal senso, l'esistenza di linee di tendenza e di modelli grafici che si ripetono nel tempo non può essere negata se non negando l'evidenza.
Da un punto di vista operativo, secondo questo approccio, una strategia del tipo comprare e mantenere risulterà in ogni caso migliore di qualunque tentativo di battere il mercato cercando di avvantaggiarsi delle fluttuazioni contrarie alla tendenza di fondo di questo.
Effettivamente possiamo affermare che non è irrealistico disconoscere una certa componente casuale in ogni mercato, ma appare irrealistico pensare che tutto il movimento dei prezzi sia interamente determinato dalla casualità. La maggior parte degli studiosi, sostenitori della Random Walk, sono stati ultimamente costretti a riconoscere che, per movimenti di durata prolungata (cicli pluriennali), il concetto di casualità perde di significato.
Secondo le premesse della Random Walk Theory qualunque sistema meccanico sarebbe inutile, in quanto i risultati ottenuti teoricamente nel processo di ottimizzazione deriverebbero dalla conoscenza del futuro incorporata nei risultati di performance.
In altre parole, poiché vengono scartati i sistemi che forniscono performance negative, il software di analisi e calcolo degli algoritmi impostati ottimizza a posteriori i parametri affinchè forniscano esclusivamente performance positive, ciò equivarrebbe al concetto di overfitting, secondo cui una qualunque serie di numeri casuali può essere approssimata a posteriori con un'adeguata funzione.