Rating

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Il rating analizza la qualità di un possibile debitore permettendo a chi desidera investire del denaro di stabilire l’ideale rischio e rendimento per il proprio investimento e viene assegnato da tre società statunitensi (Moody’s, S&P e Fitch) che non sono enti indipendenti ma società private.

RATING: definisce la probabilità che il denaro prestato ad un soggetto, sia esso uno Stato o una azienda, venga restituito.

Il rating è suddiviso in due principali categorie:

  1. titoli di investimento
  2. titoli speculativi (non-investment grade).

La scala del rating S&P dal giudizio più alto di massima sicurezza a quello più basso:

AAA,
AA+,
AA,
AA-,
A+,
A,
A-,
BBB+,
BBB,
BBB-

''(Fino a BBB- il rating è “da investimento”, da BB+ a D il rating è “speculativi” o “high risk”) BB+,
BB,
BB-,
B+,
B,
B-,
CCC+,
CCC,
CCC-,
CC,
C,
D.

Ovviamente il rating influisce considerevolmente sul tasso di interesse che il debitore con un rating deve riconoscere all’investitore, maggiore il rischio e più alti saranno gli interessi da pagare. Ma non è detto che ad un alto rating corrisponda automaticamente sempre un rischio basso, la banca Lehman Brothers fallì quando il suo reting era AA-. E' bene quindi ricordare che il rating definisce una probabilità, non una certezza.

L’outlook consiste nella “prospettiva” del rating.
Il rating non è un giudizio statico ma periodicamente viene aggiornato in base alle variazioni dei bilanci della società e del contesto economico.
In quest’ottica l’outlook può essere:

  • Stabile: quando si prevede che non ci saranno variazioni sostanziali nel grado di solvibilità dell’emittente;
  • Positivo: quando si prevede che la solidità dell’emittente migliorerà;
  • Negativo: quando si prevede che la solidità dell’emittente peggiorerà.

Vedi anche: