Doppio minimo
(Paul Getty)
Il doppio minimo solitamente si forma seguendo queste fasi: una discesa rapida del prezzo porta alla realizzazione di un nuovo minimo, da questo livello il prezzo si rianima ma non a tal punto da invertire la tendenza, creando comunque un massimo relativo.
Raggiunto tale massimo relativo riprende la discesa del prezzo e si arresta al livello del minimo precedente, da qui si genera l'inversione di tendenza definitiva poiché lofferta ha esaurito la sua forza ribassista. Nella quasi totalità dei casi il secondo minimo rimane sopra il primo, tuttavia il modello conserva la sua validità anche nel caso in cui la seconda reazione raggiunga il livello del minimo precedente.
Il doppio minimo ha una logica ed una conformazione del tutto simile a quella del doppio massimo, se ne differenzia esclusivamente per il fatto che il rally che porta all'allontanamento dei prezzi dal secondo picco deve essere accompagnato da robusti scambi, scambi che devono essere presenti all'atto delle rotture.
Il breakout del doppio massimo, invece, è spesso caratterizzato da un livello non ancora elevato degli scambi, perlomeno nello stadio iniziale.
Descritta in questi termini, la figura del doppio massimo/doppio minimo ha parecchi punti di contatto, e tende ad essere confusa, con quella del rettangolo; tanto più che anche in questo caso occorre attendere la rottura di quella sorta di neckline (linea del collo) passante per la reazione interna ai picchi estremi per decretarne l'ufficialità.
Il mercato è pieno di potenziali doppi massimi, ma sono pochi quelli interessanti operativamente e quando si verificano agiscono da affidabili indicatori di inversione di tendenza
Qualificare un doppio minimo
Gli elementi che concorrono a qualificare un doppio minimo sono:
1) Se i minimi sono abbastanza vicini fra loro, separati per di più da una breve reazione secondaria, è probabile che si tratti di una pausa di consolidamento; se invece al primo minimo segue una reazione lenta, lunga ed arrotondata, che precede uno stanco ritorno al minimo precedente, possiamo iniziare a sospettare che si tratti di un doppio minimo;
2) I doppi minimi più dirompenti sono stati quelli con i picchi intervallati da un lasso di tempo di almeno un mese (meglio se 8-10 settimane), con una correzione interna che abbia accresciuto i corsi nella misura del 15-20%. Stiamo parlando, ovviamente, di misure non esaustive, che però servono ad escludere che ci si trovi in presenza di un doppio minimo ogni qualvolta il grafico registri degli scambi al medesimo livello. In particolare, l'elemento temporale può essere giudicato più critico della profondità della reazione;
3) Ovviamente, non è richiesto che il secondo picco sia esattamente allineato a quello che lo ha preceduto: si usa in questi casi un filtro del 2-3%, per cui, se il successivo ritorno alla carica porta i corsi al livello del minimo precedente, più o meno il 2-3%, e tutto si sviluppa secondo quanto appena indicato, possiamo comunque parlare di un doppio minimo in itinere, tenendo ben presente che la figura è formalmente chiusa solo in coincidenza col breakout.
Calcolare il target
Per individuare il target della figura grafica è necessario calcolare il range, inteso come differenza tra il massimo e il minimo della figura, e proiettarlo dal punto del breakout.
La figura che segue evidenzia il range e il target dei prezzi che, è bene ricordare, è solamente il primo obiettivo.
Capita spesso infatti che i prezzi superino abbondantemente il primo target iniziando un nuovo trend ribassista anche esteso.
Modello Teorico
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Esempi e approfondimenti
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