Titoli di Stato

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I titoli di Stato sono documenti rappresentativi di un debito contratto dallo Stato con il sottoscrittore. I titoli emessi dallo Stato sono iscritti nel Gran Libro del Debito Pubblico e godono della garanzia dello Stato per il rimborso di capitale ed interessi. La legge nr. 94 del 10 luglio 1861 stabilisce che la prima assegnazione di fondi di ogni anno per il bilancio statale debba essere fatta per il pagamento delle rendite sul Debito Pubblico.

Esiste una pluralità di titoli di Stato; una prima grossa divisione riguarda i titoli a breve scadenza ( BOT  e CTZ ) la cui durata non supera i due anni e titoli a scadenza medio/lunga ( CCT, BTP ) la cui durata arriva ad un massimo di 30 anni.

Altra grossa distinzione, per i titoli a scadenza medio/lunga, riguarda il tipo di interesse corrisposto, se fisso per tutta la durata dell’investimento ( è il caso dei BTP ) oppure variabile ( per i CCT ).

L’offerta di titoli risulta particolarmente ampia e sicuramente in grado di soddisfare le più svariate esigenze dei risparmiatori: per il risparmiatore rimane l’imbarazzo della scelta, risulta pertanto importante valutare quelli che sono i fini dell’investimento per ottenere un’adeguata redditività dall’investimento scelto.

Tutti i titoli emessi dopo il 1° settembre 1987 sono assoggettati alla ritenuta fiscale sugli interessi del 12,50%. Esistono titoli con ritenuta al 6,25 ( emissioni dal 20 settembre 1986 al 31 agosto 1987 ). Fino a settembre 1996 erano presenti anche titoli di Stato emessi prima del 20 settembre 1986, esenti da ritenuta fiscale.

Il risparmiatore può acquistare i titoli sia in sottoscrizione ovvero all’atto dell’emissione da parte del Tesoro, sia sul mercato secondario ovvero successivamente all’emissione.

Di particolare rilevanza il fatto che tutti i titoli di Stato non entrano nell’imponibile ereditario e non sono soggetti all’imposta di successione.
 

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