Ansia da trading

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“Camminavo lungo la strada con due amici
quando il sole tramontò
il cielo si tinse all’improvviso di rosso sangue
mi fermai, mi appoggiai stanco morto a un recinto
sul fiordo nerazzurro e sulla città c’erano sangue e lingue di fuoco
i miei amici continuavano a camminare e io tremavo ancora di paura
e sentivo che un grande urlo infinito pervadeva la natura.”
Edvard Munch, L'urlo, 1885


L'ansia è una condizione emotiva di conflitto interiore in cui gli esseri umani si trovano quando percepiscono la possibilità di essere interessati da un evento che modifica lo stato in cui si trovano.

Se l’evento è sfavorevole, o percepiscono un pericolo che li minaccia si manifesta una sensazione d'impotenza. In altre parole l’ansia è uno stato caratterizzato da sensazioni di paura e si manifesta davanti alla prospettiva di eventi ignoti o indesiderati.

L'ansia è un fenomeno assolutamente personale ma è caratterizzata da alcuni fattori comuni, dipende dalle nostre aspettative, dai nostri interessi di natura affettiva, economica, dalle condizioni di salute generale. A parità di cause che possono scatenare l'ansia, la sua patologia è maggiore se gli effetti sono imprevisti.

L'imprevisto è, infatti, un fattore ansiogeno principale ed è per questa ragione che noi cerchiamo di programmare il nostro comportamento, specie se siamo naturalmente soggetti a tensioni ansiogene. Gestire il rischio significa controllare le capacità di agire, diversamente perdiamo la lucidità e l'obiettività.

Chi opera in borsa deve quindi saper sempre controllare il rischio per tener lontana l’ansia.

Controllare gli effetti dell'ansia

L’investitore ha a disposizione due modi per l’autocontrollo degli effetti dell'ansia:

1) ridurre la posta in gioco, ossia investire ciò che può permettersi di perdere senza compromettere il patrimonio di cui dispone.
2) usare il criterio del surplus, ossia posso permettermi di perdere la percentuale del risparmio che ho messo a disposizione.


Se, ad esempio, investo un terzo del mio capitale in borsa, il disagio psicologico per l’eventuale perdita è certamente più sopportabile che se avessi investito tutto, stabilire l’entità della perdita predispone l’investitore ad accettarne le conseguenze, diversamente, se le cose vanno male, senza aver previsto l’accaduto, con i risparmi se ne va anche l'autostima, aprendo la via allo stress da trading.

L’investitore dispone anche di un metodo ingannevole per sottrarsi alla paura dell’ansia, può attivare i suoi meccanismi di difesa, quelli che lo aiutano a vivere nei momenti di sconforto, ma ciò non lo salva dalle perdite. In questo caso egli considera il capitale investito come un’entità a “valore costante”, mantiene le posizioni aperte a prescindere dalle eventuali perdite, considera queste ultime solo un “fatto virtuale” che lo porta a dire: “Finché non chiudo le posizioni il mio capitale è salvo e perciò non ho ancora perso nulla”, si tratta di un modello comportamentale che conviene evitare poiché, salva provvisoriamente dall’ansia ma non dalle perdite. L'investitore ha scelto il “male minore”, quando sarà costretto a vendere e ad accusare il colpo gli effetti saranno traumatici sia per l’ansia sia per i capitali.

La condizione ottimale sarebbe quella di poter costituire un fondo derivato da guadagni di borsa che possiamo permetterci di perdere; quel denaro non deve essere interessato da nessuna importante aspettativa, salvo quella del proficuo investimento. Questo è il metodo essenziale per operare senza troppi condizionamenti e al riparo dalla maggior parte dei fattori ansiogeni.

La regola aurea ci dice di investire solo la quota di risparmi che possiamo permetterci di perdere senza subire sconvolgimenti o dissesti finanziari. Ma bisogna prestare molta attenzione, se si usano soldi che si possono perdere ed abbiamo ottenuto qualche buon risultato si rischia di trasformare il trading in scommesse sempre più rischiose finendo poi col perdere tutto.
Anche la serenità.

Effetti dell'ansia

Se trascurata l'ansia crea danni considerevoli. Alla lunga costringe il trader ad operare su un solo "strumento finanziario": la paura. Una grande, enorme paura che si sostituisce all'osservazione della realtà così, senza via di uscita, ogni trade risulta coperto da un velo di paura che gestisce l'azione e l'inazione del trader.

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