Short

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Essere "short", nel mondo dei trader, significa essere posizionati al ribasso, avere una posizione "corta" e quindi ricavare dei profitti dal decremento dei prezzi. In altri termini chi si pone "short" nei confronti di un sottostante lo vende senza possederlo, obbligandosi all'acquisto successivo. Se il sottostante cala di prezzo il riacquisto produrrà una plusvalenza, se il sottostante cresce di prezzo si produrrà una minusvalenza.

Le posizioni short pongono il trader in una situazione di rischio potenzialmente illimitato, in una posizione long il ribasso è limitato al 100% dell'investimento (qualora non si investa a leva) mentre nella posizione short non vi è alcun limite al teorico incremento del sottostante. Ciò espone il trader a un potenziale e indeterminato rischio rovina.

I rischi della posizione short

Joe Campbell, 32 anni, piccolo imprenditore da Gilbert, Arizona con una posizione short su un titolo è passato da un saldo positivo di 37.000 dollari a un debito di 106.455,56 dollari verso il proprio intermediario.

E’ lo stesso Joe Campbell a raccontare la sua storia nei social: Sono andato in ufficio per una lunga riunione. Uscendo dalla riunione, ho visto che c’era un messaggio di un mio amico, che mi chiedeva se tutto andasse bene, visto che ero short su KBIO.

Cos’è successo? Semplicemente la posizione short sul titolo, una penny stock del settore biotech, aveva avuto uno spettacolare rialzo dell’800% in poche ore.

Il trader statunitense aveva aperto una posizione short su KaloBios Pharmaceuticals, una penny stock biotech, settore di norma soggetto a forti oscillazioni. In sostanza Campbell aveva acquistato un’azione il quale prezzo durante le contrattazioni afterhours è schizzato dell’800% a seguito dell’improvvisa scalata da parte dell’amministratore delegato di Turing Pharmaceuticals, Martin Shkreli.

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