Investitori
Un Investitore è chiunque investe il proprio denaro. Tutti noi siamo investitori, dallo studente neo diplomato che va ad investire i soldi ricevuti come premio per il diploma, al facoltoso imprenditore che di euro ne può investire molti di più. La borsa attira moltissime persone dei più diversi ceti sociali, migliaia di persone, tra loro molto eterogenee, che possono essere ricondotte a cinque categorie in base ai modi o alle tecniche che utilizzano per operare.
Queste categorie di persone, ben rappresentate a Piazza Affari, si distinguono profondamente l’una dall’altra per molti aspetti che vedremo nei modelli d’investitore. Ci sono alcuni principi basilari, validi per tutti gli investitori, che qui vogliamo anticipare poiché costituiscono lo sfondo, a volte critico, sulle scelte dei diversi modelli d’investitore.
Per tutte le categorie di investitore vale il principio sulla correlazione che intercorre tra capitale investito e performance di borsa.
- Primo principio: «In assoluto, le potenziali perdite derivanti da un’operazione in borsa sono direttamente correlate al capitale investito».
Questo è un principio abbastanza chiaro: più è grande la quantità di denaro che si investe e più ingente sarà l’eventuale perdita che colpirà il nostro portafoglio. Una perdita del 20% su un capitale di 10.000 euro è di 2.000 euro, la stessa perdita su 100.000 sarà di 20.000.
- Secondo principio: «I potenziali utili che possono derivare da un’operazione in borsa non sono in alcun modo correlati al capitale inizialmente investito».
Il significato del secondo principio non è immediato. Un investitore che investe 10.000 euro riuscirà con maggiore facilità a tenere un titolo con 30-40 punti percentuali di guadagno rispetto a un altro investitore che impieghi 100.000 euro nello stesso titolo. Questo perché nel secondo caso si considerano i guadagni in valore relativo (la quantità di euro) e non assoluto (la percentuale). In altre parole l’investitore monetizza rapidamente i guadagni, limitandosi a sfruttare il trend primario, e lascia correre le minusvalenze smettendo di interessarsi all’investimento in perdita.
Se si vogliono controllare le perdite non si deve partire investendo molto su un titolo persuasi che i guadagni siano proporzionali al capitale investito, poiché se il titolo scende le perdite saranno incontrollate e proporzionali a quanto investito, dato che le posizioni si tengono aperte sperando nell’inversione della tendenza. Si possono, invece, controllare le perdite investendo cifre modeste su titoli in ascesa, incrementando le posizioni con l’aumento della quotazione, per chiudere le posizioni quando le quotazioni si fermano o invertono la tendenza. In altre parole facendo la “media prezzi” non al ribasso ma al rialzo, comprando sempre più titoli man mano che le quotazioni crescono.
Spesso l’investitore principiante scorda questi semplici principi, convinto che in borsa i guadagni dipendono direttamente dalla disponibilità economica e dalla sua bravura, ovviamente le capacità sono importanti, così com’è rilevante avere del denaro da investire, ma ci sono altri fattori decisivi per effettuare un investimento tutelando l’investitore dalle perdite.