Ognuno è fabbro del proprio destino

Da traderpedia.
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“È il modo di condurre il gioco interiore che decide se riuscirete a far soldi in borsa.”


Quando ero ragazzino aspettavo con trepidazione il compimento del mio sedicesimo compleanno, mi era stata promessa una moto se la mia carriera scolastica non avesse subito intoppi, una splendida Gilera KZ 125cc con avviamento a pulsante. Me la sognavo di notte ed era un grande incentivo a studiare materie che non mi piacevano particolarmente come alla maggior parte dei ragazzi di 16 anni. Era il 1986 e avevo già iniziato a studiare l’analisi tecnica procurandomi i primi testi direttamente dagli Stati Uniti e tracciando grafici su carta millimetrata, una passione forte, c’è chi colleziona francobolli e chi traccia su carta millimetrata i grafici di borsa, allora non ci trovavo nulla di strano. Arrivò il momento, ero pronto a coronare il mio desiderio sfrecciando per la strada quando mio padre entrò nella mia camera e mi disse: “come promesso la settimana prossima andiamo a prendere la moto, però, se lo desideri, invece della moto ti permetto di comperare dei titoli azionari per lo stesso controvalore”. Fu un dilemma drammatico ma mi venne spontaneo pensare: “cavolo, posso comperare dei titoli, tenerli qualche mese e con i soldi che guadagnerò potrò comperarmi la moto e avere un bel gruzzoletto da parte” scelsi immediatamente la via della speculazione.

Individuai il titolo che mi avrebbe reso ricco con un ragionamento semplice ma apparentemente logico, confrontai i p/e dei titoli e la mia attenzione fu concentrata dal titolo Finrex che aveva un p/e eccezionalmente buono, solo con i soldi dei dividendi avrei raddoppiato il capitale in 3 anni. Un vero affare, peccato che il p/e che avevo osservato era riferito a qualche lustro prima, l’ultimo anno di distribuzione dei dividendi, la società navigava in brutte acque! Vorrei dirvi che l’investimento andò male e che imparai la lezione ma non fu così. Invece guadagnai oltre il 40% in pochi mesi, vendetti e passai prima al mercato ristretto e poi al terzo mercato dove si quotavano i titoli che ancora non erano ammessi al mercato ufficiale, una vera e propria giungla piena di animali feroci e di opportunità. Fu un periodo bellissimo, portai il mio capitale da circa 1.500€ (tradotti dalle lire ovviamente) a oltre 9.000€ in circa un anno di trading. Potete immaginare come si sente un ragazzino a guadagnare da solo tanti soldi? Fu una performance notevole e controllata poiché non avendo un conto corrente dovevo far acquistare e vendere da mio padre i titoli. Rinunciai alla moto puntando direttamente all’automobile. Compii 18 anni e quindi, come prima cosa, mi aprii un conto corrente presso l’I.B.I iniziando a tradare completamente solo con le mie aspettative. Inizialmente le cose andarono bene ma poi, con una sola operazione, persi tutto il guadagno fatto. Fu devastante ma ero andato a tradare i diritti di aumento del capitale di una banca trattata al mercato ristretto. Me l’ero cercata! Iniziai nuovamente a studiare i grafici e ripresi la mia attività di autoformazione, era il 1988 e il crollo del 1987 era stato da me vissuto come una bellissima esperienza, con pochi soldi e quindi senza rischio alcuno.
Creai una B.B.S. Bollettin Board System chiamata TraderBBS, una vera novità nell’Italia pre internet e con il mio club mi ritrovai a organizzare incontri, condividere materiale e scoperte, fu una vera miniera di sapere e conoscenza che la mia giovane età fuse immediatamente con la mia personalità.

Ricominciai a fare trading e, all’inizio degli anni 90, con una consapevolezza diversa, ripresi la mia strada verso il miliardo (di lire), il mio obiettivo iniziale. Portai il mio capitale residuo da 2.500€ a 150.000€ in soli 6 anni che possono sembrare molti ma considerate che non esisteva internet e che spendevo circa 3.500€ all’anno per il servizio satellitare di ricezione dei prezzi, una cosa che solo le banche avevano e che potei permettermi solo dopo molto tempo. Spendevo molto in libri e acquistai anche, per la non modica cifra di 1.000 (mille) dollari, anche il corso di Gann, Stock Market Course della Lambert Publishing che trovai quantomeno intrigante anche se non adatto alla mia operatività. Ricordo bene il momento perché fu un periodo carico di mutamenti, avevo scoperto i covered warrant acquistabili allora a Londra o in Lussenburgo. Investii 150.000€ in un covered warrant Put al ribasso e l’indice Mibtel fece uno dei pochissimi v-reversal della sua storia, lo ricordo bene perché in pochi giorni persi la metà del capitale, ero paralizzato e non riuscivo a chiudere il trade, sapevo di doverlo fare ma non riuscivo ad accettarlo. Quando mi ritrovai con una perdita dei 2/3 del capitale ebbi uno shock e chiusi l’operazione, giusto pochi giorni prima che il mercato cominciasse a ridiscendere, una doppia bastonata. Abbandonai il trading, ma solo per 6 mesi che impiegai a convincermi che la perdita era stata causata solo dalla mia impreparazione. Ci misi 3 anni a recuperare la perdita causata in 10 giorni, imparai la lezione e fu il corso di trading più costoso che ebbi modo di frequentare, oltre 100.000€ per 10 giorni di corso pratico!
La passione era molta e quindi migliorai sia la mia formazione, confrontandomi con molti trader, che l’esperienza che diventava ogni giorno più completa, arrivò il 1998 e un vero e proprio boom di borsa, ero preparato, esperto e con un discreto capitale, fu come vincere alla lotteria. Era una piacevole droga, mi alzavo al mattino carico di entusiasmo e voglia di tradare, tagliavo le perdite e lasciavo correre i trade che salivano con forza. Bello ma costoso, forse non in termini economici ma sicuramente in tranquillità. Era sempre una telefonata continua a mercati aperti, la mia squadra mi teneva informato e grazie al Nokia Communicator potevo collegarmi ad internet e tradare da qualsiasi posto. Mi concessi una vacanza assolutamente senza trading, scelsi l’Egitto, era novembre 1999, vi dice nulla la data?
Ebbene, effettivamente avevo liquidato tutte le posizioni tranne una piccola, avevo avuto in sottoscrizione una quota di Tiscali che avevo arrotondato aggiungendo altri 80.000€ il secondo giorno di quotazione. Ero partito per l’Egitto e avevo quasi raddoppiato il capitale, che piacevole ansia!


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L’esplosivo trend rialzista di Tiscali. Grafico giornaliero.


Il viaggio di andata fu allucinante, faceva un freddo terribile e poiché nevicava copiosamente ci dirottarono da Bologna a Milano in pullman, la mia mente era tutta rivolta a Tiscali. Giunsi al villaggio turistico e la tristezza che segretamente albergava nel mio cuore improvvisamente sparì. Fu un flash vedere un turista acquistare, per la modica cifra di 25€ ogni mezz’ora, delle tessere magnetiche per poter navigare in internet. Mi sembrava di essere un consumatore di cocaina in terra straniera e con circospezione, attento a non farmi scoprire, comperai 4 ore di navigazione, fu l’inizio della fine. La mia premurosa ragazza mi fornì le armi per ingannarla raccontandomi di come molti turisti sviluppano una specie di mal di pancia bevendo l’acqua del rubinetto. Che idea geniale! La mattina dopo pretesi, con finto entusiasmo, una levataccia alle 8.00 adducendo ovvi motivi di flusso ridotto nei locali della colazione. Alle 9.00 eravamo già in spiaggia e dopo circa un’oretta cominciarono i finti dolori allo stomaco, rifiutai l’accompagnamento in camera e mi diressi all’internet point con un sentimento misto tra il senso di colpa e l’eccitazione più vergognosa. Tiscali era salita ancora e avevo guadagnato un altro 7%. Per un paio di giorni la cosa funzionò poi la mia dolce metà, non saprò mai se per uno spirito di empatia o per un atroce sospetto, mi beccò con le mani nel sacco. Fu una liberazione, finalmente potei seguire Tiscali senza nascondermi per almeno due orette al giorno e iniziarono le litigate visto che eravamo in vacanza con i suoi migliori amici e io mi comportavo da trader.

Tuttavia liquidai Tiscali con una performance strepitosa e passai ad altro. Comperai un bellissimo attico in centro a Rimini e ridussi di molto l’operatività anche perché il mercato dava segni di forte debolezza. Mi ripromisi una nuova vacanza a gennaio 2000 e questa volta mi ero convinto veramente a rispettare il mio impegno, niente trading! O almeno così credevo perché erano 6 mesi che aspettavo al varco il titolo HDP (ora RCS) sopra 1.05 (valore rettificato ora privo di senso) e mai mi sarei aspettato che la rottura avvenisse proprio mentre stavo sciando, che destino avverso! Immaginate la scena, suona il telefono “rosso” quello delle emergenze e il mio amico Vittorio mi dice: ”HDP ha rotto è a 1.06.” Mi misi a bordo pista e comperai la bellezza di 100.000€ di covered warrant su HDP, base e scadenza erano stati selezionati precedentemente. Ebbene, ancora ricordo lo sguardo carico di disapprovazione della mia ragazza ma il giorno dopo avevo già guadagnato oltre 30.000€, il titolo era schizzato in su.


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La rottura di quota 4, fortissima resistenza che aveva già fermato i corsi ad aprile 1998.


La vacanza fu un inferno, io abbandonai le piste da sci e mi misi a seguire il trade durante il giorno, in una settimana guadagnai oltre 70.000€ e persi la serenità con la mia donna. Ah, quasi dimenticavo, l’operazione su HDP alla fine mi rese oltre 450.000€, anni dopo su MF fecero un articolo a firma di Giuseppe di Vittorio con i singoli trade più redditizi dove spiccava la mia performance. Ero però senza fidanzata!
Fu un periodo strano, feci alcuni trade buoni ma mi rendevo conto di rischiare troppo, investivo cifre ingenti e mi capitò di fare dei record sia positivi che negativi di tutto rispetto, circa 125.000€ di guadagno in un solo giorno e 96.000€ di perdita in una sola ora. Mi ritornò in mente la mia vecchia esperienza di azzeramento dei guadagni e smisi di fare trading con un bel gruzzoletto guadagnato. Seguirono quasi 2 anni senza fare nulla, ero veramente in ferie! Mi ci ero quasi abituato quando però, improvvisamente, ripresi a fare trading, questa volta come scalper, fondendo l’analisi intraday con le tecniche di lettura del book. Allora non era come adesso, lo spread era anche dello 0.11% in certi cambi di prezzo, ora è quasi sempre dello 0.04%. Fu molto divertente e proficuo ma arrivò anche per lo scalping il punto in cui non mi divertivo più. Cambiai nuovamente operatività prima con le tecniche di breakout e poi con i trading system che nel frattempo avevo ripreso a studiare e sviluppare. I sistemi sui future avevano il vantaggio di richiedere cifre molto ridotte rispetto a quelle a cui ero abituato e quindi mi permetteva di gestire il trading con un ottica di protezione del capitale accumulato. Lo sto ancora facendo.

Mi sono permesso di raccontarvi alcuni aspetti sulla mia attività storica di trader perché è giusto che chi legge un testo come questo sappia che gli errori sono stati fatti da tutti e che il percorso per diventare un trader professionista è lungo ma assolutamente percorribile come qualsiasi altra strada. Indubbiamente operare in borsa è un’attività che affascina molto, ci si ritrova soli contro le nostre paure, le angosce, i desideri, la bramosia e come unica controparte c’è il mercato, sempre presente, sempre pronto ad assecondare i nostri desideri, sempre desideroso di riflettere le nostre aspettative, le nostre previsioni.
Il mercato spesso riflette ciò che desideriamo vedere e l’immagine che proietta proviene dalla nostra stessa mente. Con il trading vogliamo guadagnare dei soldi, tanti e con poca fatica ed effettivamente guadagnare o perdere soldi è immediato e veloce. Alcuni investitori sono attirati dal trading perché rappresenta la possibilità di affrancarsi da una vita grigia, costante, prevedibile e vincolata, attira terribilmente l’idea di essere gli unici giudici della nostra condotta professionale, liberi nel lavoro e nella vita. Guadagni enormi con la sola fatica di premere un tasto.
Apparentemente è tutto semplice e logico, siamo noi a non comprendere e per ottenere le chiavi per accedere al magico e dorato mondo del trading basta solo ascoltare i vari guru della finanza che con i loro infallibili corsi di formazione da 5.000€ ci danno le regole universali per renderci ricchi. Non esiste un sistema per rendere costanti i guadagni in borsa per il semplice motivo che la borsa stessa non è costante nei movimenti, il bravo e consapevole trader sa che può solo seguire il mercato, se la borsa sale acquista, se scende vende e se è indeciso semplicemente non fa nulla. Questa è una delle lezioni da imparare velocemente sul trading. Comperare un titolo azionario, o se vogliamo fare trading, è una delle cose più semplici da fare. Basta decidere cosa comperare, acquistarlo e attendere. Dopo qualche giorno o siamo in guadagno o in perdita, il nostro unico compito è di gestire l’operazione facendo correre i profitti (se in utile) o chiudendo l’operazione (per tagliare le perdite). Regole semplici e banali ma per qualche strano motivo le cose non vanno esattamente così e le regole del mercato, almeno quelle che conosciamo, si rivelano diverse da come realmente sono. La psicologia dell’investitore, la sua solidità caratteriale e le sue motivazioni contano molto di più dei singoli rialzi o ribassi di borsa, trasformare un’operazione in perdita in un’operazione in utile rovesciando le posizioni assunte non è da tutti, anche se lo ordina un trading system.

Senza dubbio il lavoro del trader è ricco di soddisfazioni ma è anche costellato di difficili prove, è soggetto ai venti della fortuna o alle tempeste delle avversità più impreviste. L’esperienza e il controllo delle emozioni sono utilissime ma per essere adeguatamente sviluppati, come sa bene chi opera nei mercati, richiedono tanto tempo e tanti cambi di possesso del denaro. Vi è una incontestabile necessità di esperienza per affrontare gli imprevisti, sia nel gestire le perdite che nel cavalcare le fasi di forti rialzi e soprattutto nel rendere costante il rischio. Il principale problema è che di trading professionale si parla molto ma sono in pochi a farlo, nessun corso, nessun trader, nessun software o libro può svelarvi la pietra filosofale del trading, la ricetta per trasformare il pane in pesci, il piombo in oro. Ricordo, ancora sorpreso, il racconto di due miei conoscenti in merito ad un corso sui trading system organizzato a Bologna qualche tempo fa. La loro sorpresa, che fu anche la mia, era data dall’assoluta reticenza dei relatori nel mostrare le equity line dei loro sistemi e peggio i report dettagliati. Alla reiterata richiesta di vedere le equity i relatori la disegnarono manualmente adducendo supposti problemi di riservatezza. Incredibile! Una bella equity si mostra con orgoglio, non si nasconde!

Cominciamo quindi col demolire, per quanto possibile, alcuni luoghi comuni e errate convinzioni che accompagnano l’aspirante trader. Innanzi tutto l’attività profittevole di trading non fa parte, come si sente spesso dire, delle capacità innate dell’individuo ma si apprende esattamente come ogni altra cosa, purtroppo è statisticamente dimostrato che l’aspirante speculatore affronta i mercati basandosi più su intuito e speranza che su una gestione del rischio sistematica. A lungo andare un simile approccio porta rapidamente all’azzeramento del capitale senza che nessuna esperienza risulti poi utile, semplicemente non si impara nulla dai propri errori.

Inoltre un'altra area di criticità non risiede nella mancanza del metodo operativo o nella disciplina ma paradossalmente nella sovrabbondanza di metodi spesso in disaccordo sia temporale che operativo tra di loro. Basti pensare alle diverse metodologie tecniche che l’analisi tecnica propone per farsi venire il mal di testa. Teoria di Elliott, teoria di Gann, Fibonacci, analisi tecnica grafica, algoritmica, trading system, pattern candlestick e via discorrendo passando anche, ma senza soffermarsi troppo, alle tecniche esoteriche o dei cicli planetari. Mettiamoci, per un attimo, nei panni del novello aspirante trader, tanta buona volontà, tanto entusiasmo e un intero arsenale di tecniche operative, troppe! Vero è che le regole di base di un buon sistema operativo sono semplici ma altrettanto vero è che le illusioni sono talmente radicate e presenti nel mercato da creare, di per se stesse, un vero e proprio problema. Dall’insieme dei filoni operativi appena esposti sono nate delle categorie di trader che si identificano con la teoria che seguono. Avremo perciò i Gannisti, seguaci delle tecniche di Gann con in comune solo il fatto di aver speso migliaia di euro in formazione, gli Elliottiani che aggiungono miriadi di complicanze e varianti per poter fare il contrario di quello che la loro teoria suggerirebbe, i seguaci di Fibonacci che cercano nel tasso di riproduzione dei conigli i punti di svolta dei mercati e gli analisti grafici seguaci di Dow e depositari di un’arte più che di una scienza. Dai “graficisti” possiamo poi evidenziare un’ulteriore categoria di chi utilizza solo il grafico candlestick per operare in quanto effettivo misuratore della qualità dei movimenti volatili. L’operatività più frenetica, sia a livello emotivo che a livello economico, tuttavia, appartiene ad una categoria di trader nata solamente negli ultimi anni, gli scalper. Come ultima, ma solo in fase di presentazione, tipologia di trading va citata l’analisi algoritmica nella cui categoria risiede lo sviluppatore di trading system automatici.

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