Prezzo e valore
(Alfred Korzbyski)
La differenza tra prezzo e valore è immediatamente chiara se pensiamo, ad esempio, a una moneta a corso legale dal valore nominale di 1 dollaro. Pesa un oncia d'argento puro e quindi vale più di 1 dollaro solamente il suo peso. Nessuno la userebbe al posto di una banconota da 1 dollaro, eppure il suo valore nominale è appunto di 1 dollaro.
Sviluppare una corretta capacità d'analisi
Per sviluppare una corretta capacità di analisi operativa è necessario comprendere alcuni concetti che spesso vengono fraintesi. Innanzitutto l’unica variabile che ci fa perdere o guadagnare dei soldi è il prezzo e non il valore del nostro strumento finanziario.
Non il volume, non l’indicatore, non la divergenza ma esclusivamente il prezzo che sale o che scende.
Va quindi da sé il fatto che per qualcuno che compera c’è sempre qualcun altro che vende, altrimenti non ci sarebbe alcuno scambio. Quindi un titolo, per l’Analisi tecnica, vale sempre e solo quanto quota. Non può quindi esistere il concetto di sopravvalutazione o di sottovalutazione, perché la nostra unica variabile è il prezzo e alla quotazione attuale possiamo acquistare e vendere. Tutt’al più il prezzo può essere carico di aspettative, speranze, ansie, paure che una volta sparite danno luogo a forti riallineamenti dei valori ma bisogna dare per acquisito che i prezzi scontano tutto.
Il prezzo di un titolo altro non è che la sintesi di tutte le variabili che concorrono a formarlo. In esso sono incorporate le ansie, le paure o le aspettative di crescita. Tutte le notizie aziendali devono riflettersi sul prezzo: se la notizia è giudicata positivamente dal mercato il prezzo salirà, se il giudizio è negativo il prezzo scenderà. Osservando solamente prezzi e volumi abbiamo la possibilità di renderci conto con largo anticipo se il titolo sta scontando notizie positive o negative.
I prezzi scontano tutto, ma quello che a noi interessa sono gli effetti. Il nostro interesse deve concentrarsi sulla crescita o sul calo delle quotazioni, non sulle cause del movimento. Il fatto che il prezzo incorpori una parte irrazionale dovuta a paure o aspettative è uno dei fattori principali delle differenze di prezzo tra il valore di mercato di una determinata azienda (la capitalizzazione) e il suo valore reale (valore di bilancio). Tali differenze possono essere anche molto grandi. Non possiamo però ritenere che un titolo sia sopravvalutato o sottovalutato solamente in base a tali differenze: il mercato ha sempre ragione. Sempre!
Ma il mercato ha proprio sempre ragione? Per un trader la prima risposta è ovviamente affermativa. Tuttavia anche se è condivisibile il concetto che vede i prezzi scontare tutto occorre considerare che la componente emotiva e irrazionale è predominate per stabilire il prezzo. Questo comporta una necessaria indagine qualitativa del trend in atto, proprio come accadde secoli fa con la prima bolla finanziaria documentata: quella dei tulipani.
Buy e Sell, due facce della stessa medaglia...
Vi è inoltre da sottolineare il fatto che, per una persona che compra, ve ne è sempre una che vende, altrimenti non potrebbe esserci quello scambio che viene registrato dal mercato. E chi vende ha, proprio perché pone in essere una vendita, un’opinione assolutamente opposta a quella di chi compra, che giudica invece l’acquisto in quel preciso momento un affare. Se infatti chi compera pensasse che i prezzi, immediatamente o nel giro di poco tempo, fossero destinati ad un calo, prima di acquistare aspetterebbe.
Ugualmente, chi vende è mosso da considerazioni opposte e ritiene proprio che la vendita sia effettuata in un momento ottimale. Quindi è vero che il compito dell’analista assume particolare delicatezza nelle fasi di indecisione, ma ciò nonostante ciò che deve fare è proprio individuare la direzione del mercato e di classificarla, ponendo in essere acquisti o vendite basandosi su considerazioni unicamente di tipo tecnico e non emotive. Al trader non deve assolutamente interessare il valore di un bene, ma il suo prezzo.
Occorre sviluppare e mantenere una visione assolutamente neutra, ricordando sempre che il titolo appena comperato ci è stato venduto da qualcuno mosso da motivazioni e aspettative opposte alle nostre. È impossibile avere la certezza di chi avrà ragione ma pochi giorni dopo sapremo sicuramente chi dei due investitori ha sbagliato e di questo bisogna rendersi conto senza illusioni.
Prezzo e valore nell'arte
Markus Rotkowics, in arte Mark Rothko (1903-1970) è un artista molto famoso per le sue pennellate di ampio colore fatte con cromatismi poco intensi e difficili da interpretare per un non esperto di arte. I suoi quadri raggiungono quotazioni incredibili sempre in crescita, al punto da non comprendere dove si ferma il prezzo e dove comincia il valore.
L'opera "Orange, Red, Yellow" del 1961, grande 2 metri per 2, nel corso di un'asta è partito da una stima di 35-45 milioni di dollari per fermarsi a 86.882.500 dollari.
Questo quadro, definito il più "potente" di Rothko è, considerato capace di catturare lo sguardo come un tramonto, Rothko a proposito delle dimensioni di quest'opera ha detto: "Dipingere quadri piccoli significa porsi al di fuori della propria esperienza, guardare all'esperienza con una lente rimpicciolente."
Quello che appare evidente è che stabilire un valore è impossibile. Il prezzo invece è noto.
Molte persone sostengono che quotazioni del genere siano ridicole, che non ci sia nessun valore in un'opera che anche un bambino potrebbe fare. Mi il prezzo dice il contrario. E in nessun settore come nell'arte è possibile riscontrare una così grande e duratura differenza tra prezzo e valore.
Ne è un esempio la "Merda d'Artista" di Piero Manzoni che nel 1961 fece inscatolare le proprie feci vendendole a peso d'oro, il valore ed il prezzo della merda d'artista stanno continuando a divergere al punto che il 23 maggio 2007 in un'asta della casa d'aste Sotheby's, l'esemplare 18/90 è stato venduto a 124 000 euro. Una divergenza tra prezzo e valore enorme, esattamente come i valori degli indici di Borsa che, a volte, non tengono conto delle iniezioni di liquidità delle banche centrali e vivono una vita propria divergendo allegramente il proprio valore dal prezzo...
La morale per un trader
Osservando alcuni desk operativi non è possibile non notare un parallelismo con il mondo dell’arte.
Si tratta di vere e proprie opere d’arte “tecnica”, potremmo definire questo tipo di visualizzazione grafica "Analisi Tecnica Artistica" poiché siamo in presenza di forti similitudini con i quadri di Mark Rothko, pittore espressionista astratto molto quotato.
La morale per il trader è che ovviamente prezzo e valore spesso non sono minimamente allineati. Occorre esserne consapevoli ma, nello stesso tempo, ignorare il dato del valore considerando sempre il prezzo come variabile di riferimento. Quando prezzo e valore si discostano in modo evidente un trader può solo revisionare i propri protocolli operativi di uscita, rendendoli più stringenti ma, lo insegna la storia, mai mettersi contro il prezzo. Potrebbe volerci molto tempo perché si allinei con il valore.