Falsi segnali
il fiume vince sempre,
non grazie alla sua forza ma alla sua perseveranza."
(Buddha)
In analisi tecnica ci sono due tipi di operazioni possibili, quelle giuste e quelle sbagliate. Può sembrare una banalità, ma la maggior parte degli operatori non ne comprende completamente la differenza.
Se vi si chiede di spiegarla molti di voi risponderanno: "ovvio, l'operazione giusta è quella che si conclude con un guadagno, mentre quella sbagliata mi causa una perdita."
Non è forse vero? E' talmente ovvio da essere un concetto completamente frainteso.
Un esempio illuminante
Immaginiamo di avere in portafoglio una certa quantità di un titolo, poniamo 1.000 azioni a 100 euro. Impostiamo la strategia operativa fissando uno stop a 95, fiduciosi che il titolo andrà ad almeno 120-130 in qualche mese. Il giorno successivo all'acquisto il titolo cede 6 punti percentuali, riconducibili, per i mass media, a un'ipotetica crisi internazionale. Il livello raggiunto, 94, ci fa scattare lo stop ma, sia per la velocità del calo, sia perché siamo convinti che il titolo sia buono e si riprenderà, non chiudiamo l'operazione ignorando lo stop loss.
Dopo qualche giorno di ulteriori cali che portano il titolo a 84 euro, inizia veloce la ripresa della quotazione e il titolo, come avevamo inizialmente previsto, riprende la sua corsa verso il target di 120-130, recuperando in un primo momento il valore di 100 euro e, successivamente, accelerando ulteriormente la sua corsa. Chiudiamo la posizione a 125 euro con un guadagno di ben 25.000 euro in poche settimane. È un'operazione giusta?
La risposta è no! L'operazione è stata chiusa in utile, ma è sbagliata!
L'operazione non è corretta anche se si è chiusa in utile poiché non abbiamo rispettato la nostra strategia. Ogni volta che non si rispetta la strategia l'operazione va considerata errata, poiché ci espone a rischi non preventivabili. In questo caso, la posizione andava chiusa a 95 ed eventualmente riaperta successivamente. Mantenendo i titoli in portafoglio ci siamo esposti ai venti del caso. Paradossalmente, chiudere a 95 euro sarebbe stato giusto anche se avrebbe comportato una perdita. Nel lungo periodo, la disciplina fa la differenza e non essere in grado di seguire una strategia operativa in modo rigido è particolarmente pericoloso.
Ogni trade è potenzialmente pericoloso
Se bastasse aspettare la formazione di un segnale tecnico saremmo tutti molto ricchi! In realtà ogni segnale tecnico ha una percentuale di successo più o meno grande che rende ogni trade potenzialmente pericoloso.
Gestire un segnale operativo è sempre un compromesso tra ciò che si può guadagnare e lo stop che impieghiamo per gestire la posizione, in altre parole va trasformata l'operatività da quella tipica dello speculatore a quella senz'altro più redditizia dell'allibratore, capace cioè di dare le quote di rischio ad ogni evento atteso.
Il costo industriale del trading
I falsi segnali sono il costo industriale del trading, al pari degli stop loss, esistono e vanno gestiti, per quanto possibile, con un'attenta lettura del segnale. L'analisi candlestick e i volumi di contrattazione aiutano molto, come pure è possibile impostare dei filtri temporali attendendo cioè una conferma del segnale, o dei filtri percentuali che confermano il segnale solo al superamento di una certa quota di prezzo.
Si corre però il rischio di attendere troppo, soprattutto nei mercati molto volatili, e di entrare con stop troppo larghi, è sempre preferibile gestire il segnale con stop precisi che prevedano sempre anche un punto di rovesciamento della posizione, viceversa potremmo correre il rischio, con 1 sola operazione gestita senza stop and reverse, di perdere il guadagno delle precedenti 9 operazioni o di perdere un grosso movimento di mercato.