Strategia e Tattica

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Articolo a cura di Andrea Martino

Il trading è molto simile al gioco degli scacchi: strategia, tattica e timing, assiomi fondamentali per essere profittevoli e duratuti sui Mercati Finanziari

Si sente spesso accennare dal mentore del Gruppo Stefano Fanton a questi due elementi essenziali nell'attività di Trading ovvero strategia e tattica.

Nei suoi interventi rispetto a domande interessanti dei membri del gruppo ma spesso non strutturate e quindi fuorvianti per la comprensione di un metodo e di un comportamento logico ed analitico, Stefano risponde in modo per molti sibillino ma al contrario ricco di significato menzionando i due termini: STRATEGIA E TATTICA.

Capire ed in primis studiare la differenziazione e la genesi storica ed anche le dissonanze fra le valenza dei due termini nella cultura orientale ed occidentale, sarà l'asse portante di questo mio studio integrato con analisi di studiosi che si sono occupati della materia.

Premetto che il materiale è molto e quindi se volete armatevi di pazienza e se lo ritenete opportuno per il vostro sapere e conoscenza ed applicazioni di questi concetti al trading (ed io non vi svelerò il modo........stara' quindi ad ognuno di Voi capire a fondo la materia e farne tesoro in base alla vostra indole e predisposizione.

Non inserirò figure o schemi fuorvianti affinchè la vostra attenzione si basi sul solo testo scritto


STRATEGIA E TATTICA

La tattica è sapere cosa fare quando si ha qualcosa da fare; la strategia è sapere cosa fare quando non si ha niente da fare.
(Tartakower)

La strategia e la tattica sono momenti dell’attività in un determinato contesto, ed in linea generale sono profondamente interconnesse, anche se le rispettive fasi d’intervento sono normalmente abbastanza separate tra loro, l'estensione quindi all'attività di trading dei due concetti, non esercitata in modo casuale ma attenentesi a logiche ed elaborazione analizzate e studiare a monte, e quindi prima di operare, sia nella forma discrezionale che sistemica hanno come base e fondamento ad di la' degli aspetti puramente tecnici questi due elementi essenziali.

  • STRATEGIA

Una strategia è la formulazione, anche in forma implicita, di un piano d'azione che anche a lungo termine sia preso quale riferimento per il coordinamento delle attività
indirizzate al raggiungimento di uno scopo predeterminato.

I settori entro i quali si può parlare di strategia possono essere i più disparati, e la strategia è formulata, anche attraverso diverse fasi di attuazione, laddove per raggiungere l'obiettivo la scelta non è unica, e l’esito in generale incerto. La parola strategia deriva dalla parola con cui in greco antico si indicava il generale (στρατηγός).

Prima opzione necessaria è proprio la determinazione degli scopi, cioè la esplicita individuazione degli obiettivi sulla base di una valutazione della situazione. La fase della valutazione è forse la più delicata e dipende dai dati a disposizione, dalla capacità del soggetto decisionale in termini di attitudine, di esperienza, di conoscenza. Ciò spesso pone degli importanti vincoli alle successive operazioni di pianificazione strategica. Le operazioni strategiche vere e proprie si basano su considerazioni oggettive ed anche su considerazioni psicologiche.

La esplicita individuazione degli obiettivi, o meglio dire, più in generale, la scelta di aspetti della situazione degni di considerazione e/o passibili di importanti sviluppi, parimenti dipende dalla situazione e dal soggetto decisionale, nei termini sopra espressi.

E’ interessante sottolineare che il soggetto decisionale può essere una persona, un insieme di persone, una macchina, un insieme di macchine (e quindi entra in campo la discrezionalità umana o per converso e/o in simbiosi l'aspetto sistematico).

Un aspetto importante della strategia è la frequente gerarchizzazione degli obiettivi, cioè il fatto che spesso vengono definiti obiettivi parziali o intermedi utili o indispensabili per i successivi scopi.

Questo implica frequentemente lo stabilirsi di una catena di implicazioni che nei dettagli va somigliando spesso ad operazioni di tipo tattico.

E’ spesso affermato dagli esperti di vari settori che “è meglio avere una strategia sbagliata che non averne affatto”, così come è spesso evidenziato che sono destinati al fallimento quei soggetti che hanno una strategia assolutamente univoca e priva di flessibilità ed adattamento alla realtà, intendendo sia la valutazione e la decisione in itinere, sia il fatto che le condizioni iniziali ben raramente sono sempre le stesse. La strategia ha la sua naturale azione complementare nella tattica.

  • TATTICA

La tattica comprende i metodi utilizzati per conseguire determinati obiettivi. Le tattiche sono i mezzi, reali o logici, utilizzati per ottenere uno scopo, sia esso parziale o totale.

Una operazione tattica ha lo scopo di realizzare la singola azione all'interno della strategia, o anche per cogliere possibilità offerte dall’avversario, o dall’ambiente fisico
o logico nel quale ci si trova.

La strategia si riferisce ad operazioni tese a raggiungere un obiettivo di lungo termine e si attua su scale geografiche (più in generale contesti) ampie.

La tattica si riferisce invece ad azioni tese a raggiungere un obiettivo di breve termine e generalmente si attua su scala geografica (più in generale contesti) ridotta.
Nelle operazioni tattiche si tende, mediante azioni concrete, ad ottenere un vantaggio, a recuperare dello svantaggio o a mantenere uno status quo ritenuto soddisfacente.

Il profilarsi di una operazione tattica vantaggiosa può convincere a cambiare decisamente i piani strategici eventualmente formulati. Non solo, ma anche le valutazioni asserite in fase strategica possono risultare errate, o quantomeno evidentemente non assolute, a seguito del realizzarsi di una operazione tattica.

Questo può avvenire anche in Fisica o nelle Scienze in generale ed anche nell'arte del Trading dove determinate difficoltà matematiche o applicative possono convincere ad abbandonare una modellizzazione precedentemente formulata.

Più in particolare, in ambito scientifico, una Teoria stabilisce una serie di relazioni tra proprietà e quantità del mondo reale, mentre i modelli fissano i livelli di approssimazione, selezionano i particolari e gli ambiti di interesse, le variabili da considerare e specificano condizioni iniziali e vincoli;

Teorie e modelli, insieme, consentono di fare previsioni, e le conseguenze di risultati ed approfondimenti ci fa tornare a raffinare un modello, o a rigettarlo, fino a mettere in discussione la Teoria stessa, o considerarla un caso particolare di una più generale.

In logica matematica, si dice modello di una teoria una qualsiasi struttura che ne rispetti gli assiomi; è di questa accezione del termine che si occupa la cosiddetta teoria dei modelli. La prima accezione è di tipo locale e riguarda classi di problemi e non ha pretese di generalizzazione, la seconda accezione riguarda l’organizzazione della conoscenza in Teorie.

In Matematica una Teoria riguarda in modo particolare la “Teoria dei Modelli”.

Nel ‘900 questa accezione ha avuto diverse interpretazioni come quella di “Modelli astratti” o come quella di Modelli sintattici. In ogni caso questo riguardava una sistematizzazione formale, assiomatizzata e con un linguaggio ben definito e sufficientemente rigoroso. Le due accezioni riguardano anche due modi diversi di rappresentare i fenomeni della realtà.
La prima accezione è di tipo “tattico” analizza cioè situazioni di tipo locale, la seconda accezione è di tipo “strategico”, analizza cioè classi di problemi molto più ampi e cerca di fare delle previsioni di lunga durata. Vista la “complessità” delle scienze alla fine del secolo si rende necessario un approccio sistemico alla modellizzazione in campi diversi.

Si rende necessaria una teoria generale che inglobi sia la modellizzazione formale che quella dei sistemi complessi. Sembra che la modellizzazione sia rimasto l’unico elemento per interpretare la realtà all’inizio del XXI secolo.

Se avete letto in modo attento e riletto anche solo per un'altra volta ancora avrete sicuramente riscontrato assiomi, similitudini rispetto al Trading.......

CONCEZIONI DI STRATEGIA E TATTTICA IN ORIENTE ED OCCIDENTE

Bisogna rilevare preliminarmente, prima di proseguire nella trattazione, come i termini Occidente ed Oriente sono ovviamente estremamente generici nella prospettiva e visione che do a questo e denotano quasi interi emisferi, con tante regioni ed etnie.

Va precisato quindi che con il termine Occidente intendiamo riferirci al pensiero occidentale in alcune caratteristiche che lo distinguono da quello orientale,in particolare consideriamo, un analisi di un quadro generale che possa far riferimento alle terne Confucio/Tao/ Buddha per il pensiero del sud est asiatico (cinese) e Socrate/Platone/Aristotele per quello occidentale (italiano).

Il primo trattato di strategia si può con certezza far risalire a Sun Zu, generale vissuto in Cina (VI-V secolo a.C.) intitolato L'arte della guerra (Sūnzǐ Bīngfǎ). Il testo è esplicitamente riferito alla guerra, ma è ancora considerato uno dei testi base per l'apprendimento della strategia in ogni campo dell'azione umana. Sun Zu oltre a stabilire diversi principi fondamentali di carattere strategico nonché politico, morale e pratico, si sofferma spesso a sottolineare come dalla bontà della esecuzione di una operazione (tattica) può dipendere completamente il successo.

Egli va oltre e fornisce delle utili indicazioni per comprendere che il successo, visto come ottenimento di uno scopo, comporta perdite, e più in generale che le azioni intraprese hanno delle conseguenze,(e dunque amici Trader meditate su questa verità connessa ed indissolubilmente legata al trading).

Ottenere cento vittorie su cento battaglie non è il massimo dell’abilità; vincere il nemico senza bisogno di combattere, quello è il trionfo massimo.

Traspare una impostazione razionale ove il rischio si deve assolutamente minimizzare perciò, le vittorie ottenute dai maestri nell’Arte della Guerra non si distinguono né per l’uso della forza, né per l’audacia; I loro successi in guerra non dipendono dalla fortuna. Perché per vincere basta non commettere errori.

“Non commettere errori”, vuol dire porsi in condizione di vincere con certezza: in questo modo, si sottomette un nemico già vinto… in tal modo, un esercito vittorioso prima vince, poi dà battaglia; un esercito destinato alla sconfitta prima dà battaglia, poi spera di vincere”.

In sostanza il Controllo totale.

Molto interessante notare come l’audacia sia considerata una virtù non strettamente basilare per uno stratega; in questo notiamo un contrasto con le concezioni aggressive che si riscontrano nel mondo occidentale, soprattutto in campo economico, strettamente connesse col concetto di rischio.

Questo è esaltato in un mondo ove l’innovazione è determinante, ed arrivare secondi nello sviluppo di un settore è come non arrivarci proprio.

L’audacia, l’attacco, l’aggressività contengono in sé il vantaggio di poter spesso orientare le cose sul proprio terreno preferito.

L’approccio classico occidentale ad un conflitto si può riassumere con le parole di D. Lai “the Greeks developed what has been called the Western way of war ―a collision of soldiers on an open plain in a magnifi cent display of courage,skill, physical prowess, honor, and fair play, and a concomitant repugnance for decoy, ambush, sneak attacks, and the involvement of noncombatants.”

Interessante sottolineare come nel primo capitolo « Valutazione », Sun Zu tracci i cinque principi guida per la valutazione della situazione reale:

  1. Il PRIMO degli elementi fondamentali è il Tao;
  2. il SECONDO è il Cielo (clima);
  3. il TERZO è il terreno;
  4. il QUARTO è il comando;
  5. il QUINTO è la dottrina (Regola, organizzazione).

Non a caso il primo posto è riservato all’elemento “Tao”; la parola, di difficile traduzione, qui è posta per indicare che popolo, esercito e Sovrano abbiano il medesimo intento, che i Capi abbiano grande forza morale, che siano uniti nel raggiungimento dello scopo, e che la fiducia e stima reciproche siano totali.

Questo ha molto a che fare con la motivazione, e trova anche facile riscontro in ambito didattico.

Ciò implica chiara definizione dello scopo, ed in generale il profondere le
rispettive risorse e capacità in modo sinergico.

Generalizzando anche su attività di gruppi più ristretti o individuali, impegno e Concentrazione sono al primo posto.

Ciò nondimeno, e questo è molto interessante, Sun Zu non esita a dichiarare che in alcuni casi bisogna disobbedire agli ordini del sovrano, …il nono è: possono presentarsi circostanze in cui gli ordini del sovrano non devono essere obbediti”, in sintesi le decisioni devono essere prese da chi è competente ed ha gli elementi per farlo, e non in base alla pura gerarchia, se questo è necessario per il bene comune supremo.

In ogni caso, le competenze di tipo strategico hanno avuto un ruolo determinante nella storia della razza umana: si ipotizza che dopo una modificazione genetica l’Homo Sapiens moderno abbia acquisito capacità di concepire e realizzare piani di azione a lungo termine, un’abilità di cui i Neanderthal non poterono mai godere.. La distinzione era piccola, ma in ultima analisi ha avuto conseguenze profonde: la nostra specie sopravvisse e prosperò, mentre i Neanderthal andarono incontro all’estinzione, e tutto questo vi sembra poco......

STRATEGIA E TATTICA - CONCLUSIONI

Dopo aver analizzato le diverse strutture antitetiche per forma e sostanza della Strategia e della Tattica, cosi come elaborate e fatte proprie nelle culture orientali in primis e in modo meno incisivo nella cultura occidentale, ove per secoli non si è posta l'attenzione a queste dinamiche piscologiche e comportamentali, ritengo che le diverse tematiche analizzate nei due capitoli precedenti, possano avere delle connessioni reali e fattuali con il Trading.

Infatti forniscono nel loro insieme, dei formidabili strumenti per affrontare le più disparate tematiche della vita e sono molto interessanti se didatticamente rapportate alla nostra professione.

Mi limito quindi, a dare alcuni cenni schematici di queste possibili connessioni, fermo restando che una più specifica analisi di alcuni di questi richiede ricerche dedicate, con metodi quantitativi e qualitativi.

1. Primo punto, la piena consapevolezza che senza dedizione, unità di intenti, chiara definizione dello scopo, attenzione e motivazione difficilmente si raggiunge un obiettivo qualunque esso sia. Questo punto è di carattere generale ma proprio per questo spesso trascurato nel nostro ambiente.

2. L’attitudine alla Valutazione: il considerare gli elementi presenti con un elevato grado di oggettività e la selettività dell’attenzione possono consentire la formulazione di strategie, ed alle volte anche metodi e strumenti atti alla soluzione di problemi ed alla definizione di una situazione in cui ci veniamo a trovare nell'operare.

3. Il pensiero ipotetico-deduttivo anche a livelli di profondità notevoli è un elemento importante nel Trading. Il pensiero ipotetico deduttivo è presente nella cultura occidentale già negli
Elementi di Euclide ma ben piu' marcato nella cultura orientale.

4. Il riconoscimento di pattern visuali o astratti, il loro continuo adattamento alla realtà contingente è un esercizio continuo che ogni buon Trader deve imparare a riconoscere ed applicare.
La pratica può dimostrare errata una determinata strategia, applicata in modo ripetitivo in un contesto evoluto, e questo ha un nesso con la teoria degli ostacoli epistemologici (e dunque l'efficacia a tal fine del back test di una strategia da implementare prima di applicarla in real).


Non c’è dubbio che le diverse concezioni di strategia e tattica tra Oriente ed Occidente abbiano una radice culturale profonda, e mettano in evidenza un diverso approccio alla realtà sta dunque a Noi. alla nostra sensibilità l'applicazione pratica attraverso studio ed abnegazione ed indole nel commisurare e rendere fattuali i diversi scenari ipotizzabili e tutto cio' a riprova che il Trading è tutto fuorche' un gioco.

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