La storia di un trader

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"Non c'è niente come perdere tutto quello che hai per insegnarti cosa non devi fare.
E quando sai cosa non devi fare per non perdere soldi,
allora cominci ad imparare cosa devi fare per guadagnare.
Hai capito?
Stai cominciando ad imparare!"

(Jesse Livermore)


Questa storia è apparsa sul forum Finanzaonline e racconta la storia operativa di un trader dal 2009 al 2011. Va letta con molta attenzione, il percorso di questo giovane trader è più comune di quanto sembri.

Una storia sincera

Sono un utente del FOL da diversi anni, non scrivo tanto spesso ma leggo sempre e con interesse, dato che almeno dal 2009 e fino a 2 giorni fa ho investito in azionario e seguito giorno per giorno l'evolversi del mio investimento. Ho creato un nuovo nick stanotte, per raccontarvi la mia storia con sincerità, dato che ho bisogno di sfogarmi, ma non mi va di essere riconosciuto o deriso.

Ho iniziato a fare trading nel 2006, quando ero ancora studente universitario. Non avevo particolari competenze nè tantomeno esperienza, e devo dire che il FOL mi è stato di grande aiuto, sia per tenermi informato, sia per farmi imparare il gergo e la mentalità del trading. Il capitale usato era pari a tutto quello che avevo messo da parte sino ad allora, circa 12mila euro; l'idea iniziale era quella di crearmi un portafoglio di azioni in cui credevo, ma ben presto mi resi conto che la prospettiva del trading mi divertiva ed appassionava di più. E così, nel giro di pochi mesi dall'apertura del mio primo conto, iniziai a tradare, dapprima senza leva e poi, resomi conto che guadagnare e perdere 100 euro per volta non mi dava grandi soddisfazioni, passai a un intermediario che mi offriva la leva.

Ho vivacchiato tra alti e bassi fino al 2009, dove ho alternato guadagni e perdite, cambiando diverse volte strategia, uscendo alla fine in pari. Ricordo momenti di grande euforia o disperazione per cifre che ad oggi mi paiono modeste, per esempio l'aver guadagnato 800 euro con uno short su Alitalia a fine 2006, o l'averne persi quasi 2.000 con uno short overnight su Saipem il 3 luglio del 2007, quando in serata Morgan Stanley alzò il target price ed il titolo schizzò la mattina dopo.

Fino a tutto il 2008 il mio capitale oscillava tra gli 8 ed i 13 mila euro. Il 29 aprile del 2009, quando stavo all'incirca a quota 8mila, decisi di investire tutto in una scommessa in cui credevo: Fiat. Era il giorno in cui Obama annunciava la consegna di Chrysler al Lingotto, e credevo che sull'onda dell'euforia per questo evento il titolo avesse un buon upside. Comprai 4.000 azioni ad un prezzo medio di 7,55, ovviamente andando a leva; avevo in mente di tenere per qualche settimana/mese al massimo; se per disgrazia mi fosse scattato lo stop loss, avrei perso circa 5.000 euro, ma ormai avevo iniziato a lavorare, non ero più uno studente ed avevo un discreto stipendio, e quella era una perdita che potevo anche sopportare.

A parte l'immediato gain dei primi giorni, le settimane che seguirono furono difficili. Il mio stop loss stava a 6,43 (ero in leva 5 con stop loss al 15%) e il titolo arrivò mi pare fino a 6,51, tanto che già davo il mio investimento per spacciato. Parallelamente a questo, avevo iniziato una strategia di trading veloce seguendo le indicazioni di un esperto on line, uno di quei servizi a pagamento di cui avevo sentito parlare molto bene. Mi ero fatto prestare da mio padre 50 mila euro, dicendogli che gli avrei restituito la somma dopo un anno e che l'avrei usata per fare investimenti; lui acconsentì a patto che gli promettessi che, se le perdite superavano i 10mila, avrei chiuso restituendogli tutto usando il mio capitale.

La strategia si rivelò abbastanza fruttuosa, Fiat si riprese arrivando a superare i 10 euro, ed io riuscii a chiudere l'anno a quota 35mila euro.

Ad inizio 2010 arrivarono un po' di difficoltà: lo storno che ci fu a gennaio azzerò i guadagni della strategia di trading, ed anche Fiat scese nuovamente sotto i 9 euro, riportando il mio capitale in area 10-15 mila. Decisi che così non andava bene, la strategia di trading si era rivelata inconcludente (un sacco di operazioni per 8 mesi per ritrovarmi al punto di partenza) e che avevo bisogno di una storia "forte" che mi facesse fare il salto di qualità. La storia forte in cui credevo, anche perchè ormai ne conoscevo vita, morte e miracoli, l'avevo già in tasca, o meglio in portafoglio: Fiat.

Nel febbraio del 2010, quando scese sotto quota 8, annullando anch'essa i guadagni che avevo realizzato da aprile dell'anno precedente, iniziai ad accumulare, a blocchi di 4.000 pezzi per volta, con un prezzo tra i 7.65 e gli 8 euro. La mia partecipazione era alla fine di 20.000 azioni con un prezzo di 7,89.

Iniziai subito a guadagnare. Mi ero fatto un excel che aggiornavo quotidianamente, monitorando salite, discese, gli interessi sulla leva che man mano maturavo e, soprattutto, l'andamento del mio patrimonio. A metà marzo toccai la quota, per me altissima, di 50.000 euro: la attendevo da qualche giorno e sapevo quale era il prezzo Fiat che mi serviva per toccarla. Lo raggiunse un pomeriggio mentre ero in riunione al lavoro, e immortalai il momento scrivendo "Raggiunti i 50,000!!!!!" sull'agenda che avevo davanti per prendere appunti. Ho ancora quell'agenda nel cassetto. Ad aprile, durante la conferenza sulla trimestrale, Marchionne lasciò intendere l'intenzione di fare lo spin off, ed il titolo schizzò oltre i 10 euro. Il mio capitale era oltre i 70,000.

Poi iniziò un periodo un po' difficile, per la prima volta si iniziò a parlare di Grecia, di Spagna e di crisi dell'area euro. La discesa vera durò poco, ma fu sufficiente per spingermi nuovamente in area 30mila, dove mi trovavo all'inizio dell'anno. Ero molto indeciso se tagliare la perdita o meno, se l'avessi fatto mi sarei ritrovato a chiudere l'anno con una crescita di poche migliaia di euro, quando il budget che mi ero fatto prevedeva una salita-obiettivo di 30mila, fino a quota 65.000. Decisi che la storia Fiat, specialmente ora che si parlava di spin off, mi convinceva, e così anzichè vendere incrementai, usando i risparmi che nel frattempo avevo raccolto, ed acquistai altre 5.000 azioni. Il mio pacchetto finale era di 25.000 pezzi con un prezzo di carico di 7,90 circa.

Nei mesi successivi ci furono un po' di saliscendi, cincischiai fino ad agosto tra i 50 ed i 70.000, stabilendo un nuovo massimo, prossimo agli 80.000, quando Fiat riprese i 10 euro ad inizio agosto. A questo seguì una leggera discesa, prima del decollo avvenuto in autunno.

Ricordo ancora quel periodo di meno di un anno fa: macinavo record su record, non passava settimana in cui non aggiornassi il mio nuovo massimo storico patrimoniale: 90, 100, 120 mila. Sul FOL, nei thread su Fiat, c'era un clima euforico, utenti come Roth scrivevano entusiasti e si prendevano in giro gli "shortonni". Iniziai a maturare l'idea che, se avessi chiuso l'anno con un simile guadagno, avrei dato una bella fetta, 10 o anche 20 mila, in beneficienza.

L'ultimo mese fu il più bello. Lo spin off sarebbe diventato effettivo dal 1 gennaio e Fineco mi avrebbe chiuso la posizione alla chiusura dell'ultimo giorno di Borsa aperta di dicembre. Nel frattempo i record continuavano a susseguirsi sul mio excel, aggiornato ogni sera: 150, 180, 190... Non vi dico l'euforia quando vidi per la prima volta superata quota 200mila! La posizione fu chiusa l'ultimo giorno di dicembre a 15,43: le mie 25.000 azioni comprate a 7,90 mi avevano portato a quota 205.000 circa, con un gain di quasi 190.000 euro. In realtà, il netto, sottratte tasse e interessi di leva, era un po' sotto, a quota 180.000 circa. Restituii anche i 50.000 che mi aveva prestato mio padre un anno e mezzo prima.

I primi giorni di gennaio mi dedicai a stabilire budget e impieghi per il 2011, e a darmi, come ogni anno, degli obiettivi di crescita. Avevo un altro excel, già usato l'anno prima, dove segnavo guadagni e spese stimate per l'anno, e formavo una sorta di budget previsionale. Alla fine feci così: stabilii di dare in beneficenza 30.000, dato che i guadagni avevano superato di gran lunga ogni più ottimistica previsione; 10.000 li avevo pagati a fine 2010, 10.000 li pagai a inizio gennaio e i restanti li misi nell'excel come debito, con l'idea di darli ad inizio 2012 in modo da poter dedurre l'importo su 3 anni ottenendo un vantaggio fiscale. Inoltre, dato che già da qualche mese mi ero reso conto che il mio patrimonio era troppo volatile, decisi che non avrei più voluto avere nel mio excel grosse posizioni azionarie; svalutai dunque di altri 10.000 il mio capitale, mettendoli in un conto a parte e destinandoli ad una nuova avventura come quella appena conclusa. Il mio patrimonio a inizio 2011, dunque, ammontava a 140.000 euro.

L'idea iniziale era investirli in obbligazioni, inclusi quei 10.000 che avrei poi dovuto donare a inizio 2012. Mi sarei fatto un bel portafoglio con un rendimento del 4-5% mettendoci dentro anche qualche pezzo un po' più aggressivo come i perpetuals di banche solide e che avessero una solida reputazione di richiami alle call date: UCG, ISP, Barclays, BNP.

Quando tutto era pronto per investire la mia enorme liquidità, un amico mi parlò di un investimento ottimo che aveva appena fatto su di un mercato tedesco chiamato Euax. Aveva comprato prodotti strutturati, certificates emessi da Societe Generale di tipo bonus. Incuriosito, andai a cercare informazioni su questo mercato. Vidi che effettivamente vi erano quotati ogni sorta di strutturati, tra quelli di tipo bonus (che sono quelli dove l'emittente ti paga una certa % di rendimento stabilita a patto che il sottostante non tocchi la barriera, altrimenti il certificate diventa pari al sottostante) ed altri tipo: sprint, discount, ed altri che non conoscevo. Si poteva scegliere praticamente ogni sorta di sottostante azionario, sia indici che single stocks, si poteva scegliere il livello di barriera e trovare i migliori rendimenti per quella barriera, oppure si poteva cercare il rendimento desiderato e trovare i prodotti con la barriera più bassa.

All'inizio del 2011 di Grecia non parlava più nessuno. Seguo sempre attentamente i mercati e sapevo che prima o poi il problema sarebbe saltato fuori di nuovo, magari in primavera. Però, pensai, se costruisco un bel portafoglio di strutturati, scegliendo un indice ben diversificato e di qualche paese bello solido, non periferico, comprando diversi livelli di barriera e con una scadenza non troppo lunga, diciamo entro l'anno... Feci quattro calcoli, e vidi che mixando barriere tra -20, -25 e -30 su S&P 500 e Dax, con scadenza a dicembre 2011 potevo ottenere un portafoglio che rendesse, a 11 mesi e poco più, quasi il 12%: ben più del mio portafoglio obbligazionario al 5! Certo, se gli indici avessero perso il 20% avrei chiuso l'anno flat, a -25% mi sarei fatto male e a -30% mi sarei fatto moooolto male..

Ma andiamo! Si tratta dell'indice S&P 500 e del DAX, mica del FTSE Mib! E poi, l'economia sta crescendo, non faranno mica -20% nel 2011, quando anche nel peggior periodo del 2010, a maggio, la discesa è stata di poco superiore al 10%! E così, costruii il mio bel portafoglio di strutturati con scadenza dicembre e rendimento a scadenza del 12%. Intanto avevo iniziato a tradare anche con gli altri 10.000: qui, per la verità, avevo un po' abbandonato l'ottica della scommessa di lungo periodo su una single stock, preferendo fare trading un po' più dinamicamente, ovviamente sempre a leva.

Gennaio e febbraio sono andati molto bene: il mio excel era tornato ad indicare 150.000 e passa, per il 2011 mi ero posto un obiettivo di 30.000 e dopo 2 mesi già stavo a metà dell'opera. Anche il conto piccolo da 10.000 andava benino, avevo sbagliato qualche operazione ma a fine febbraio stavo già a 11.500. Questi comunque non rientravano nell'excel, era la classica somma "che puoi giocare perchè tanto la puoi perdere".

A marzo ebbi qualche giorno di apprensione: il terremoto in Giappone fece scendere le borse, e la mia prima barriera sul DAX, posizionata a 6.000 punti (-20%) distava ormai solo l'8%. Ma la cosa finì in niente nel giro di qualche giorno, ed il mio excel, dopo aver ritracciato in area 140.000 riprese a salire. Aprile, maggio, giugno.. Tutto benissimo. Ad inizio giugno, col DAX a 7.400, scoprii che la mia banca poteva offrirmi un "lombard", cioè un finanziamento con pegno sul portafoglio. Per quegli strutturati il "loan to value", cioè l'importo che potevano darmi cash, era del 60%. Beh, un 12% su 90.000 euro aggiuntivi vorrebbe dire fare altri 10.000 euro di guadagno nel 2011, battendo il mio budget! Perchè no?

Firmai così il finanziamento, aumentando quindi l'esposizione agli strutturati. Che figata, pensavo, tra il guadagno degli strutturati, la normale crescita dovuta allo stipendio, il bonus incassato ad aprile... Per di più, anche il conto piccolo va molto bene, in 7 mesi circa ha fatto il 50%, ora sta a 15.000. A fine anno potrei chiudere oltre i 200.000, e stavolta già al netto delle tasse!  

Tutto questo avveniva appena due settimane fa.

Poi luglio è finito, con qualche segno di turbolenza. Il problema Grecia, come previsto, è tornato a farsi sentire all'inizio dell'estate, ha fatto cadere un po' i mercati, ma poca roba. Poi c'è stato il problema col tetto del deficit americano, un'altra piccola discesa ma anche lì niente di serio. Il DAX, dove ho la maggior parte della mia esposizione, ha chiuso luglio sopra quota 7150, cioè più o meno il valore che aveva ai primi di gennaio, quando io avevo comprato. Perchè preoccuparmi?

L'inizio della fine

  • 1 agosto, 10 giorni fa.

Il lunedì nerissimo fa perdere quasi il 4% al FTSE Mib, il 2.90 ad Eurostoxx50 e al DAX, che scende sotto 7.000 punti. Ma non mi preoccupo, la situazione sembra sotto controllo e ho ben un altro 14% dalla barriera. Ma sì, si scenderà un po', è fisiologico; non ho mai pensato di poter fare una tirata in salita fino a dicembre!

In un'impressionante escalation di volatilità, nei due giorni seguenti l'indice perde il 2.26 ed il 2.30%, arrivando a 6.640 punti: appena il 9.6% dalla mia prima barriera. La speculazione si accanisce in particolare sull'Italia, con lo spread BTP-Bund che arriva a lambire i 400 punti base e le voce di default che si fanno sempre più insistenti. Nella sera di mercoledì è atteso il discorso alle Camere di Berlusconi, non ho molta fiducia in lui ma - spero - data la situazione gli faranno dire qualcosa che possa portare un po' di calma. E invece riesce a spiccicare la solita aria fritta, frasi fatte come "Il nostro sistema finanziario è solido" e "Anch'io sono in trincea, con 3 società quotate". Ma bafangulo tu e le tue società quotate!


  • Giovedì 4 agosto, una settimana fa.

E' un giorno nerissimo, le mie speranze nel discorso di Trichet vanno presto deluse e l'Eurostoxx si sfracella con un -5.16% ed il DAX fa un po' meglio, a -3.40. Mancano poco più di 400 punti alla mia prima barriera, non si era mai scesi così tanto, neanche dopo il terremoto in giappone. Il mark to market dei miei strutturati scende a rotta di collo, l'excel passa da 180.000 a 120.000 in appena una settimana. Ma non mi interessa, qui non è come l'anno scorso con Fiat, dove se perdevo 60.000 euro non avevo nessuna garanzia di recuperarli: qui basta che la buriana passi, che la barriera non sia toccata e anche se ci piantiamo a 6.100 fino a fine anno io chiuderò a 200mila!


  • Venerdì 5 agosto, 6 giorni fa.

Altra giornata di cali, e stavolta è la Germania ad essere colpita. Quella maledetta Merkel, che non vuole dare l'ok all'acquisto di BTP da parte della Banca Centrale: il mercato vuole forse farle capire che se si va a fondo, anche la Germania andrà a fondo? Per farglielo capire scelgono un metodo efficace: DAX -2,78%, contro appena lo 0,70% dell'Eurostoxx. La barriera è ormai a meno del 3,8% dai livelli attuali. In serata, poco prima di andare a casa, a sorpresa Berlusconi annuncia una conferenza stampa: oh no, ci riprova! E invece, per quanto le promesse siano come sempre un po' fumose e di esito incerto, il clima sembra subito distendersi: l'S&P500 sale, si inizia a parlare dell'acquisto da parte della BCE ai titoli italiani e spagnoli, si preannuncia un lunedì in recupero: i futures segnano un'apertura a +2%. Certo, il mio excel soffre di brutto, siamo tornati a quota 100.000 euro di patrimonio col mark to market. Ma forse per fine anno sarò a 200.000. Speriamo, daiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!!!!!


  • Sabato 6 agosto, 5 giorni fa.

Mi alzo verso le 9, fresco e riposato. Sono ad un passo dal baratro, ma forse posso ancora salvarmi. Le mie speranze vanno subito in frantumi: sceso in cucina a fare colazione, accendo la tv e la prima notizia che leggo in basso al monitor di Rai News è S&P riduce il ratingdegli USA a AA+. E' una mazzata allucinante. Torno in camera, mi viene da vomitare. Mi sdraio a letto ma non riesco a riprendere sonno, sono agitatissimo, sento una sensazione fisica di dolore che mi prende al petto. Già vedo le mie barriere saltare in successione... A quanto ammonteranno le perdite? Forse, considerando il lombard della banca, potrei finire addirittura ad un patrimonio netto sotto zero! Mi alzo nervoso, cerco di leggere più news che posso, apro i vari thread del FOL in maniera frenetica, non capisco più niente. Vedo che la borsa araba perde il 6%, Oddio mi dico, lunedì sarà catastrofe, poi mi ricordo che giovedì e venerdì era chiusa, qualcuno sul FOL scrive che si sta solo riallineando con le perdite di Europa e America, chissà... Nel weekend più lungo della mia vita è tutto un rincorrersi di voci, indiscrezioni, notizie, previsioni per il lunedì. Domenica anche il TASE si sfracella, -6% come il Tadawul 24 ore prima, ma intanto si inizia a parlare di un intervento straordinario della BCE, di una conference call del G7 a cui dovrebbe seguire un comunicato. La mente mi torna a quel giorno della primavera 2010 quando l'Europa costituiì il fondo salva-stati, e da lì gli indici fecero +10% in un solo giorno. Speriamo sia una cosa come questa anche stavolta! La sera resto sveglio fino a tarda notte ad aspettare le decisioni di BCE e G7. Alla fine la BCE acquisterà bond italiani, il G7 dice che garantirà la liquidità ai mercati.


  • Lunedì' 8 agosto, 3 giorni fa.

Passo la notte quasi insonne, ed il mattino vado in ufficio prestissimo per seguire dal pc l'apertura. FTSE Mib apre a + 4, bene! Il DAX mi compare alle 9:15, rosso ma non di molto. Speriamo, speriamo, SPERIAMO!!!
'
Dura tutto molto poco. A metà mattina le borse si sono già afflosciate, il DAX balla tra 6.070 e 6.120, ad un passo dalla mia barriera. Cerco di farmi coraggio, mi dico che forse, se al pomeriggio la FED farà qualcosa per sostenere Wall Street, un giorno ripenserò a queste ore come al più grande pericolo scampato della mia vita. Guardo l'indice in tempo reale su Fineco, cliccando aggiorna ogni 10 secondi, mi sento come un condannato a morte che aspetta che vengano a prelevarlo dalla cella per portarlo al patibolo. 6.120... 6.150... 6.130... Sono al telefono mentre faccio il refresh fatidico. 5.997. La prima barriera è andata. La giornata poi si chiude in clima surreale, a -5,02%. Ormai al massimo potrò chiudere l'anno in pareggio, anche se le altre barriere non saranno toccate non potrò mai superare i 140.000 di inizio 2011. Pazienza, vista la situazione in cui sono, meglio che perdere tutto. Faccio due conti su excel di dove mi convenga tagliare le perdite: se tutte le barriere, la cui più bassa sta a 4.800, vengono toccate, il mio patrimonio netto sarà negativo. Ma non ci arriverò: a 5.400 scatta un'altra barriera, che farebbe scendere il mark to market ad un livello tale per cui la banca mi farebbe margin call, chiudendomi le posizioni.


  • Martedì 7 agosto, due giorni fa.

Dopo una partenza timidamente positiva, è subito catastrofe. Il Dax precipita, arrivando a lambire i 5.500 punti, in ribasso del 7%. Riprendo l'excel fatto ieri, aggiorno i prezzi, e vedo che se vendo adesso mi fermo intorno a 25.000 euro di patrimonio. Capisco che non posso perdere oltre, andare in margin call e azzerare due anni e mezzo di crescita non è un'opzione. Sono disperato, mi trema il dito mentre compongo il numero della banca e dico al mio advisor di chiudere le posizioni. Sono le 10:24 del mattino. Il banker mi comunica i prezzi degli eseguiti sull'Ewax. Aggiorno l'excel: è un'ecatombe, il mio patrimonio sta a quota 25.743 euro. Esattamente come a ottobre del 2009.

  • Mercoledì 8 agosto, ieri.

Polverizzato. In poco più di una settimana, ho POLVERIZZATO quasi due anni di guadagni. Anche il conto piccolo, dei 10.000 euro, si è praticamente azzerato, dopo essersi preso tre stop loss automatici di fila nei denti. Alla fine, a malincuore, ho cancellato il debito dei 10.000 euro che avevo scritto a gennaio per l'ultima tranche della beneficenza. Mi è dispiaciuto molto, ma quei 30.000 erano stati donati quando dopo un lauto gain, ed ora ho perso tutto. Totale: circa 35.000 euro. Sono tornato allo stesso livello di dicembre 2009.

Sensazioni e comprensione

Mi sentivo ricco, a dicembre 2009, coi miei 35.000 euro. E non poteva essere altrimenti, arrivando da un capitale di 10-15.000. Questi otto giorni hanno cancellato come un colpo di spugna tutto quello che è avvenuto in mezzo, riportandomi ad allora. Ma la sensazione non è la stessa. Tento di consolarmi pensando che tutto sommato alla mia età - 26 anni - 35.000 euro cash sul conto sono pur sempre una buona base di partenza, non sono in molti quelli che li hanno. E poi ho un ottimo lavoro e un discreto stipendio.

Ma poi la realtà prende il sopravvento sulle balle che cerco di raccontarmi, e capisco due cose.

1) La prima, è che probabilmente ho gettato al vento l'occasione più grande dei miei primi 30 anni di vita. Un ventiseienne con 35.000 euro è un ventiseienne normale, un ventiseienne con 140.000 euro può fare un'infinità di altre cose, può coltivare altri progetti, altre speranze... Tutto spazzato via, in pochi giorni.

2) La seconda cosa, che ho realizzato solo oggi a mente fredda, è il perchè a dicembre 2009 mi sentivo felice coi miei 35.000 ed ora no. E il motivo è che ora, a differenza di 20 mesi fa, so che non ci sarà un'altra Fiat a farmi emergere.

La morale di questa storia

Qual è la morale di questa storia? Questo trader ha moltiplicato il capitale con la leva ma poi si è rimangiato tutti i profitti perché ha investito tutto in certificati ignorando che il mercato potesse davvero girargli contro, cosa che poi è accaduta. Ha, in altri termini, costruito il suo money management sul nulla!

Non è quindi la leva in sé il problema, ma l'uso che ne si fa, è questo il vero insegnamento di questa storia, il trader ha operato bene, se si considera come parametro il profitto, nella prima parte della sua avventura operativa e ha guadagnato un sacco di soldi, la mancanza di un sistema per conservare, proteggere e gestire i profitti ha creato il danno che era assolutamente inimmaginato.

Il capitale psicologico distrutto è stato perfino maggiore di quello economico.

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