Trendline

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In un un trend rialzista i minimi e i massimi relativi devono essere superiori tra loro.
«La paura del pericolo è mille volte più terrificante del pericolo presente.»
(Daniel Defoe)


Una volta individuato il trend è con le trendline, lo strumento grafico basilare per l'analisi tecnica, che lo ingabbiamo in un rapporto di crescita o di calo ben preciso. In altre parole le trendline o linee di tendenza, rappresentano in forma grafica la direzione dei prezzi nelle situazioni di mercato caratterizzate da una tendenza definita. Si costruisce una linea di tendenza rialzista (bullish trendline), detta anche linea di supporto dinamico, attraverso la congiunzione di due o più minimi crescenti.

Il consolidamento e l'affidabilità di una trendline è tanto maggiore quanto più elevato è il numero dei punti di contatto. Una volta fissato bene il concetto di trend, diventa abbastanza intuitivo per il graficista accompagnare la tendenza dei prezzi con delle linee che meglio esprimano l'angolatura dell'andamento dei corsi: le trendline sono infatti delle linee che, negli uptrend, collegano i minimi delle correzioni (up trendlines), e nei downtrend, congiungono i massimi dei recuperi (down trendlines).

La linea di tendenza rialzista

Si costruisce una linea di tendenza rialzista (bullish trendline), detta anche linea di supporto dinamico, attraverso la congiunzione di due o più minimi crescenti.

Il consolidamento e l'affidabilità di una trendline è tanto maggiore quanto più elevato è il numero dei punti di contatto. Una volta fissato bene il concetto di trend, diventa abbastanza intuitivo per il graficista accompagnare la tendenza dei prezzi con delle linee che meglio esprimano l'angolatura dell'andamento dei corsi: le trendline sono infatti delle linee che, negli uptrend, collegano i minimi delle correzioni (up trendlines), e nei downtrend, congiungono i massimi dei recuperi (down trendlines).

Potranno sembrare delle affermazioni prive di forte significato, eppure è incredibile come spesso i prezzi segnano delle tendenze talmente ben definite, da essere avallate da semi-rette che si prolungano nel tempo anche a distanza di anni. Il primo passo dell'analista consiste quindi, a trend avviato, nel congiungere gli estremi dei movimenti secondari, la trendline acquista significato ed affidabilità operativa quante più volte viene toccata.

Solo dopo aver individuato il terzo punto sarà possibile operare ogni qualvolta i prezzi raggiungeranno la linea di tendenza. In altre parole, le linee di tendenza fungono da supporti e resistenze dinamici, e pertanto il trend resterà immutato fino a quando i prezzi si muovono nella stessa direzione della trendline, così come la rottura della stessa fornisce una prima, importante avvisaglia di inversione di tendenza. Agendo da supporto e resistenza, ci si potrebbe attendere che una trendline, una volta violata, inverta il suo ruolo e arresti il tentativo dei prezzi di riguadagnare la linea rotta.

La linea di tendenza ribassista

Si costruisce una linea di tendenza ribassista (bearish trendline), denominata anche linea di resistenza dinamica, attraverso la congiunzione di due o più massimi discendenti.

La rottura di una trendline non stabilisce univocamente l'inversione della tendenza, sarà necessario assistere alla formazione di due massimi e due minimi nella stessa direzione. La rottura ella trendline soddisfa solo parzialmente questa condizione, a questo punto si potrebbe assistere ad un movimento laterale, o piuttosto alla formazione di un picco che si ponga su una diversa angolatura rispetto al picco precedente, e che perciò richieda il tracciamento di una nuova trendline, ovvero potremmo assistere, previo nuovo test dei livelli appena rotti, ad una conferma del trend.

In un un trend ribassista i minimi e i massimi relativi devono essere inferiori tra loro.

La rottura di una trendline

Resta comunque il fatto che la rottura di una trendline è uno dei più affidabili segnali anticipatori di tendenza.

La rottura di una valida trendline mostra che le forze dominanti del mercato hanno perso il controllo della situazione; a questo punto entrano in gioco implicazioni operative ben precise, che riguardano il target probabile dei prezzi. Se i prezzi rompono una up trendline, occorre misurare la distanza verticale dalla trendline all'ultimo massimo relativo, e proiettarla verso il basso dal punto di rottura: se la folla era talmente ottimista da spingere i prezzi oltre la linea, è legittimo attendersi che essa spingerà i prezzi verso il basso di una eguale entità; la stessa procedura vale per i downtrend, con l'avvertenza che in entrambi i casi il target stimato è quello minimo.

L'obiettivo minimo dei prezzi, una volta rotta la trendline di sostegno, è ottenuto proiettando la distanza che separa il massimo relativo dalla trendline stessa. Nelle rotture di trendline vanno considerate con cautela le rotture orizzontali, con i prezzi che si muovono in maniera poco decisa. Nei casi di dubbia rottura sarà l'esperienza e il buon senso a suggerire, di volta in volta, di lasciare la trendline così com'è, di modificarla per tenere conto in qualche modo del nuovo picco, o di sostituirla. In ogni caso la trendline, una volta individuata, ha diversi gradi di affidabilità che vanno valutati osservandone l'angolatura, il tipo di compressione temporale, il numero di punti toccati, la lunghezza della linea e l'intensità degli scambi.

L'angolatura di una trendline

Il più importante grado di affidabilità è sicuramente l'angolatura di una trendline, il grado di pendenza di una linea esprime il livello di controllo del mercato da parte delle forze rialziste, piuttosto che di quelle ribassiste. Se una trendline è troppo ripida significa che i prezzi si stanno muovendo troppo rapidamente per disegnare un trend sostenibile. Solitamente la rottura di una tale trendline implica solamente la ricerca di un nuovo livello di equilibrio, in altre parole di una tendenza meno esasperata. Una trendline troppo piatta sarebbe un chiaro sintomo di un trend gracile e difficilmente sostenibile a lungo andare.

Altri aspetti da osservare

  • Una trendline tracciata su un grafico settimanale riveste una maggiore importanza di una tracciata su un grafico giornaliero, ma meno di una trendline tracciata su un grafico mensile. Generalmente più grande è il time-frame e maggiore sarà l'orizzonte temporale di proiezione dei corsi. Una trendline acquisisce maggiore importanza quanto maggiore è il numero di punti toccati, due minimi sono sufficienti per tracciare una up trendline, ma se i prezzi ritornano su quella linea una terza volta, per poi segnare un nuovo massimo relativo, allora la validità di quella linea è confermata dall'andamento del mercato.
  • Ugualmente importante è la lunghezza di una linea. Una trendline ottenuta congiungendo due minimi che si seguono a distanza di pochi giorni ha un'affidabilità ridotta, in confronto ad una trendline ottenuta congiungendo picchi che si verificano a notevole distanza di tempo.
  • Anche l'intensità degli scambi va attentamente osservata. Normalmente nell'analisi tecnica le rotture grafiche, siano esse dei livelli di supporto e resistenza, siano delle figure grafiche, ricevono avallo da una più o meno intensa partecipazione di massa. Anche per le rotture delle trendline, sarà sempre legittimo dubitare quando queste avvengono con bassi volumi, e ciò vale soprattutto nelle trendline ribassiste.
  • Una volta avuta la certezza di essere di fronte ad un nuovo trend è preferibile tracciare la trendline maestra congiungendo il secondo e il terzo minimo, piuttosto che il minimo assoluto e il minimo immediatamente successivo, qualora quest'ultimo sia molto vicino al primo. In caso di trend ribassista valgono considerazioni speculari.

Una riflessione

Le trendline, come la verità, sono nella mente di chi osserva. Diverso il caso delle linee orizzontali che ben limitano le scelte dell'analista. Ma per quanto riguarda le trendline siamo nell'arte più pura. Grafico lineare o semilogaritmico? Compressione daily o weekly? Sui mimimi/massimi o sulle chiusure? Ogni scelta cambia i livelli da monitorare.

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