Mercato borsistico
Se si mettono insieme due trader si otterrà il peggio di ognuno di loro."
(Marcus Michael)
Cos’è, in ultima analisi, il mercato borsistico se non una gigantesca arena dove si scontrano, in una infinita e continua battaglia, diverse visioni del futuro? Un luogo in cui ogni momento l’investitore deve affrontare una realtà sempre diversa, scarsamente prevedibile e insidiosa. Certamente, il nome è importante e quindi nel mercato investiamo, comperiamo, vendiamo, speculiamo e di certo, almeno non intenzionalmente, non giochiamo.
Denaro contro altro denaro
Il mercato borsistico è terra da colonizzare dove il solo scopo da perseguire è la ricerca del profitto, ma è anche il luogo dove chi opera vuole continuamente misurare la propria abilità e intelligenza, è una sfida che ha come premio le somme di denaro che si possono prendere al mercato borsistico usando come esca altro denaro.
L’investitore conta sul potere adesivo che il denaro possiede per arricchirsi, ma spesso, specie se è un investitore ingenuo, perde l’esca che ha posto in gioco con tutte le scorte di cui dispone. A volte è difficile capire se si è pescatori o preda, spesso l’investitore se ne accorge troppo tardi.
Essere preda o pescatore non è mai una scelta consapevole. L’esperienza è importante ed è essenziale conoscere l’aspetto pratico dell’operare in borsa. Nel mercato borsistico ogni giorno molte persone cercano di guadagnare denaro in tempi brevi e a volte ci riescono.
Conoscenze imprescindibili
Per agire nel mercato senza rimetterci del denaro il trader professionista deve conoscere il mercato, gli attori principali, gli investitori comuni, gli speculatori, ma soprattutto deve conoscere bene se stesso, le proprie capacità oggettive, la propria fantasia, i tempi di reazione e in particolar modo deve saper controllare le emozioni.
Un trader, che ben conosce la complessità di questi meccanismi, può operare con relativa serenità, ma deve tener presente che, nonostante gli investitori cerchino di agire nei mercati finanziari in modo razionale, spesso le risposte, rilevabili dall’andamento delle quotazioni, sono l’esito di scelte emotive ed euforiche piuttosto che razionali.
Infatti, le quotazioni di borsa prediligono seguire la “legge del sentimento collettivo” piuttosto che quella della ragione, le bolle speculative sembrano continuamente ricordare che la storia si ripete.
Ogni operatore deve approcciare il mercato secondo la propria prospettiva, tenendo in debita considerazione i fattori che lo influenzano. Se manca la consapevole conoscenza dei fattori che influenzano il mercato, si possono verificare condizioni di panico capaci di generare, come conseguenza, la perdita di una fortuna piuttosto che qualche guadagno.
Le colpe del Mercato
Gli investitori che, a torto, ritengono di conoscere il mercato gli attribuiscono le più svariate responsabilità: se ci sono rialzi, ribassi o movimenti laterali che non soddisfano le loro aspettative la colpa è sempre attribuita al mercato. È tuttavia un fatto reale che ci siano un’infinità di fattori che, pur non essendo in diretta relazione né con la borsa in cui si opera né con la nazione in cui si vive, hanno pesanti riflessi sull’andamento del mercato.
Non solo i fatti reali influenzano la borsa ma anche le voci sull’andamento dell’inflazione, sulle variazioni reali o presunte del tasso di sconto, sull’aumento della disoccupazione, sulle crisi valutarie, sulla recessione in Asia o in America Latina, la modifica dei rapporti Usa-Europa, la guerra in Afghanistan o in Iraq e perfino gli accordi per combattere l’effetto serra; per non parlare degli attentati terroristici, specie se di notevole impatto emotivo come quello che ha raso al suolo le torri gemelle di New York l’undici settembre del 2001.
Tutto ciò coinvolge l’emotività degli investitori che, a sua volta, viene riflessa nelle scelte operative con indiscutibili ripercussioni sul mercato borsistico. In questo modo le quotazioni seguono gli umori collettivi piuttosto che i ragionamenti di convenienza che ogni investitore dovrebbe fare.
Proprio l’emotività è il fattore che più di ogni altro influenza le decisioni operative di una gran massa di investitori e questo aspetto va tenuto in debita considerazione. La maggioranza degli operatori non si rende conto che comprando o vendendo titoli finanziari non sta operando dall’esterno del mercato, ma con le sue azioni è parte del mercato stesso.
Occorre una visione neutra. Occorre comprendere il "mantra del trader".
Molti investitori inesperti, quando prendono una posizione, hanno già deciso come spenderanno i soldi che sicuramente guadagneranno.
Un ipotetico lingotto d'oro immaginario che condizionerà l'operatività di chi non possiede una visione neutra, priva di convincimenti.
Maggiore è il lingotto visualizzato e maggiore sarà l'immobilità operativa se qualcosa non va secondo i piani...
Ascoltare le voci del mercato dall’esterno, senza rendersi conto che anche noi siamo una parte costitutiva di questo, significa rischiare di essere ammagliati dall’eco di voci che a noi giungono sfasate e sempre in ritardo rispetto alla realtà. In questo modo si finisce col comprare dei titoli quando vengono scambiati al massimo per tenerli in attesa della buona sorte. E quando ci giunge il nuovo segnale non ci rendiamo conto che è in ritardo, cosicché stanchi di essere in perdita, si finisce col vendere poco prima che il titolo incominci a risalire, realizzando la massima performance negativa.
Speculazione Finanziaria
Il mercato borsistico è spesso considerato anche il luogo della speculazione finanziaria e non c’è dubbio che la borsa possa essere considerata il luogo che più di ogni altro favorisce, mettendo in gioco il proprio denaro, la speculazione sulla ricchezza altrui.
Alcuni operatori di borsa sono spesso esitanti nel dichiarare la loro stessa professione poiché temono di incorrere nella disapprovazione sociale. Non ci sono mezze misure, il Trader Professionista è visto come un demone o come uno squalo, in ogni caso come l’espressione tangibile della società consumistica. Il fatto stesso che questo lavoro sia spesso definito come “gioco di borsa” è sufficiente per indurci a chiarire che si tratta di una definizione sbagliata e sicuramente fuori luogo, proponendo alcune considerazioni che derivano dalle azioni compiute da chi in borsa opera razionalmente e con onestà.
Per operare e guadagnare in borsa servono anni di esperienza diretta passati rischiando i propri denari e il proprio prestigio, e solo dopo si può iniziare ad operare ottenendo successo e gratificazione. Se s’inizia ad operare considerando l’investimento in borsa un gioco si creano le condizioni ideali per perdere con rapidità il denaro investito. In questo caso è come il gioco delle tre carte, in cui l’esito a nostro svantaggio è scontato a priori.
Il gioco d'azzardo ha sempre due facce da considerare, il guadagno e la grande perdita.
Quest'ultima non la considera quasi nessun giocatore.
In un certo senso operare in borsa è come pilotare un grande aereo di linea. Prima del decollo il pilota deve conoscere il mezzo, la tecnica di volo e le sue regole, le condizioni climatiche e l’assistenza che può ricevere dopo il decollo; deve conoscere e poter contare sulla sua abilità, sulle sue condizioni di salute fisica e mentale, ma soprattutto è essenziale che sappia dove vuole andare; solo così può responsabilmente dirigere il velivolo.
Alcune regole sono di facile apprendimento, altre, come le tecniche di analisi finanziaria, richiedono studi più approfonditi. Molto più difficili da imparare sono quelle regole che non troviamo scritte da alcuna parte poiché hanno la loro sede naturale nella nostra mente, e dobbiamo, comunque, cercare di individuarle con la riflessione e coltivarle, sviluppando nuove forme di autocoscienza. Così potremo eseguire mentalmente quel lavoro di sintesi che ci permetterà di agire secondo scelte razionali, con nostro grande vantaggio.