Strumenti derivati
(John Kenneth Galbraith)
Intuitivamente lo si può capire anche dal nome: uno strumento derivato è uno strumento finanziario il cui valore “deriva” dal valore di un altro strumento finanziario, detto attività sottostante, come, ad esempio, azioni, obbligazioni, indici, valute, tassi d’interesse, commodity. Una importante caratteristica dei derivati è la possibilità di sfruttare la leva finanziaria, che permette, con piccoli margini, di movimentare ingenti capitali.
Principalmente gli strumenti derivati vengono utilizzati per:
• Arbitraggio
• Hedging (Copertura)
• Speculazione
Vi sono svariate tipologie di derivati con diversi profili finanziari. Le tipologie standard vengono dette plain vanilla, mentre i tipi più complessi sono detti “esotici”.
Le tipologie più conosciute e diffuse sono:
• Contratto a termine o “forward”
• Future
• Opzioni
• Swap
• Esotici
• Strutturati
I derivati sono direttamente responsabili della creazione e della distruzione di molte fortune. In particolare i futures espongono a perdite maggiori del capitale investito e quindi vanno maneggiati con attenzione, come la storia dei crolli di valore ci ha ben insegnato. Le crisi finanziarie di Enron, di Ltcm, della famiglia Hunt, della Barings Bank e di molti altri ha il comune denominatore nell’uso spregiudicato di derivati.
I derivati possono anche essere creati e venduti dalle società, il vantaggio è semplice, invece di ricorrere a costosi aumenti di capitale e a indebitamenti si emettono derivati permettendo il finanziamento dell’impresa a costo zero se il sottoscrittore non esercita il diritto incassando lo strike. Spesso questi derivati sono estremamente complessi e carichi di costi occulti che non sono facilmente determinabili da operatore non specializzati.
La genialità nell’emissione di derivati consiste nel fatto che apparentemente non toccano gli utili dell’impresa poiché transitano solo nello stato patrimoniale, con un aumento delle entrate di cassa derivante dalla vendita del derivato contrapposto ad un aumento delle immobilizzazioni finanziarie.
Negli ultimi anni queste forme di ingegneria finanziaria hanno trovato un nome appropriato: “contabilità creativa”. Si deve proprio a questa tecnica la possibilità che ha avuto Enron di contrarre enormi quantità di debiti non contabilizzati.
Il mercato italiano dei derivati è l’Italian Derivative Market (Idem).